SCHEDE TEMATICHE

 

L’ASCESA DELLA BORGHESIA IN OLANDA L'Olanda vive nel XVII secolo un periodo di profondi sconvolgimenti politici ed una grande crescita economica, le cui cause sono individuabili in un processo storico complesso, che ha implicazioni anche nei campi sociale ed artistico.
L'inizio dell'esplosione economica e culturale dei Paesi Bassi è da far risalire ai secoli XIV e XV, quando il settore tessile e manufatturiero conoscono uno sviluppo notevole e conferiscono al commercio un impulso in precedenza sconosciuto.
E' proprio in questo periodo che agiscono i primi grandi pittori fiamminghi e che il Calvinismo inizia a diffondersi gradualmente nella società Olandese. Quest'ultimo, portatore di istanze innovatrici, risulta essere uno tra gli elementi più significativi nello sviluppo della classe borghese e nell'evoluzione economica e politica dell'Olanda, tanto da rivestire un ruolo importantissimo nella riscossa nazionale contro l'oppressione spagnola iniziata nel 1579.
Dopo tale data l'Olanda conosce una progressiva evoluzione dell'organizzazione statale e sociale, caratterizzata dall'ascesa della Borghesia che si impone andando a conquistare il predominio sull'economia dello stato e ad occupare le più alte cariche amministrative. Tale svolta è comprensibile se si prendono in considerazione diversi fattori che per le loro peculiarità rendono possibile la formazione di un modello economico-politico che trasforma i Paesi Bassi in una delle regioni più solide e prospere nell'Europa del XVII secolo.
Lo sviluppo del ceto mercantile e borghese che potenzia notevolmente la struttura economica prima fondata sull'allevamento e la pesca, è da mettere in stretta relazione con la nascita ed il consolidamento dello stato nazionale olandese che, da una parte, garantendo un apparato politico solido e stabile, fornisce sicurezze ed incoraggia l'investimento di capitali in opere produttive e quindi lo sviluppo di un'economia dinamica; dall'altra richiede un numero massiccio di funzionari ed impiegati per l'amministrazione della cosa pubblica e per il corretto funzionamento della burocrazia statale.
Altro fattore di primaria importanza è, come già anticipato, lo sviluppo e la diffusione del Calvinismo, innanzitutto per il fatto che il propagarsi di tale dottrina avviene dal basso, senza l'appoggio di principi e sovrani, facendosi strada tra la popolazione per la sua semplice struttura organizzativa; in secondo luogo per la sua rigorosa ed essenziale etica fondata su quello che Max Weber ha definito lo "spirito del Capitalismo". La teoria della predestinazione doppia, punto fondamentale della riformata chiesa calvinista, porta infatti con sè conseguenze importanti, in quanto, se pensiamo che il successo e l'affermazione personale siano sintomo ed indizio di una futura salvezza, risultano di facile comprensione gli effetti di forte spinta all'attivismo e allo spirito imprenditoriale, che sono basilari premesse per la nascita di un forte ceto mercantile.
L'affermazione del Calvinismo porta infine con sè un'ultima conseguenza di non secondaria importanza che libera l'arte e le sue espressioni dalle remore dottrinali cattoliche e che deriva direttamente dalla posizione assunta nei confronti delle immagini sacre, considerate inutili e addirittura dannose ai fini del culto. Quest'atteggiamento di netto rifiuto spinge infatti l'arte olandese verso nuovi indirizzi, sia per quanto riguarda tematiche e forme, sia nei confronti della committenza, che si identifica ora nella ricca borghesia. (vedi Pittura Fiamminga)
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Pittura fiamminga nel XVII secolo
L'economia del '600 (sintesi di un testo di C. M. Cipolla)
ANGLICANESIMO: dottrina e amministrazione ecclesiale che formano il fondamento e la struttura della Chiesa anglicana. Centro della Chiesa è la Bibbia, di cui si sottolineano i significati devozionale ed etico. Anche la liturgia è impostata sulla Bibbia. Base dell’Anglicanesimo, soprattutto nella Bassa Chiesa (di tendenza protestante), sono i 39 articoli tuttora caratterizzanti l’Anglicanesimo. Nell’Alta Chiesa invece, di tendenza cattolicizzante, ha molto peso il Prayer Book.
La liturgia assume un valore dottrinale, in cui il senso "cattolico" della Chiesa ha peso rilevante. Ci si preoccupa infatti di rifarsi alla più antica Chiesa cristiana, così che "la linea protestante viene inglobata all’interno di un sistema cattolico". Le dogmatizzazioni cattoliche, però, dell’infallibilità papale (Concilio Vaticano I°) e dell’Assunzione corporea di Maria in cielo (1950) non sono state accolte dall’Anglicanesimo, anche per le loro implicazioni antiecumeniche.
La chiesa anglicana ha avuto la sua matrice nello scisma provocato dalla richiesta che il Re di Inghilterra Enrico VIII (1491-1547) aveva fatto al Papa perché fosse annullato il suo matrimonio con Caterina d’Aragona. Non avendo avuto la concessione, Enrico decise di far pronunciare l’annullamento da un'autorità inglese. In verità già da tempo in Inghilterra vi era uno stato d’animo antiromano al quale si accompagnavano particolari forme di pietà religiosa individuale. Un secolo e mezzo prima dello scisma, Wycliffe si era opposto tenacemente a Roma per difendere le decisioni prese dal Parlamento inglese contro il censo feudale dovuto al Papa.-
Nel 1532 Enrico VIII stilò l’Atto di Supremazia, che proclamava il re "capo supremo in terra della Chieda di Inghilterra". Sua preoccupazione però fu quella di non trasformare lo scisma in eresia (il che avvenne in seguito con Edoardo VI).
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Lo sviluppo del Calvinismo e la tesi di Max Weber
Dogmatica protestante e cattolica
ARISTOTELISMO:Con questo termine si usa indicare sia l’insieme delle dottrine di Aristotele, sia le correnti filosofiche che si riallacciano alla sua opera. Gli studiosi distinguono un aristotelismo antico, uno medievale, uno rinascimentale e moderno e uno contemporaneo.
- L’aristotelismo antico ha il suo centro di diffusione nella scuola fondata da Aristotele (Liceo o Peripato) e si caratterizza sia per l’impegno nella sistemazione delle opere del maestro, sia per lo sviluppo dato agli studi naturalistici e scientifici.
- Durante il Medioevo fiorisce l’aristotelismo arabo, importanti contributi sono dati da Avicenno e da Averroé. La scolastica si basa sulla filosofia aristotelica.
- Tra il XII e il XIII secolo le opere di Aristotele tornano a circolare in Occidente. L’aristotelismo, dopo una prima opposizione della Chiesa, inizia a farsi strada anche fra gli autori cristiani.
Filosofi come R. Bacone, S. Tommaso, e Guglielmo di Ockham propongono un aristotelismo "depurato" dagli elementi neoplatonici, operando una conciliazione fra Aristotele e il Cristianesimo.
- Nel Rinascimento l’aristotelismo predomina nelle università europee, possiamo segnalare autori come Pomponazzi, che interpretano in chiave materialistica e deterministica Averroè, Afrodisia e Alessandro.
Con l’avvento della nuova filosofia della natura di Telesio, Bruno, Galilei, Newton, ecc., L’aristotelismo cessa di essere l’elemento fondamentale della ricerca scientifica e naturalistica.
- Nella filosofia contemporanea ritroviamo l’aristotelismo nella Neoscolastica cattolica.
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Telesio
Condizioni sociali e rivoluzione scientifica
La natura tra filosofia, letteratura e arte
Giordano Bruno
Galileo Galilei
Evoluzione del rapporto fede-ragione
ASTROLOGIA: scienza che si occupa dello studio degli astri e dell’influsso che essi avrebbero sull’uomo e sulle attività umane. Secondo questa esisterebbe un preciso rapporto tra il passaggio di un astro in una determinata parte del cielo, detta circolo zodiacale, e fatti specifici riguardanti l’uomo e il mondo.
Nasce inizialmente tra i Babilonesi, che ritenevano i corpi celesti degli dei o loro manifestazioni, e si sviluppa poi in India, Egitto e in Grecia. Qui raggiunge un notevole sviluppo, venendo a contatto con le nuove concezioni filosofiche e le scoperte astronomiche di Ipparco, fino ad arrivare alla determinazione di una vera e propria dottrina astrologica con il "Tetrabiblon" di Tolomeo. Durante il Medioevo grandi pensatori, sia arabi sia occidentali, tra i quali ad esempio Ruggero Bacone, si occupano di tale scienza, in particolare dell’astrologia giudiziaria, ossia quella riguardante la previsioni sul futuro, concludendo che è sempre possibile evitare effetti negativi prendendo adeguati provvedimenti. In questo aspetto l’astrologia trova una dura opposizione della Chiesa, sia Cattolica che Riformata, durante il Rinascimento, in quanto la riteneva motivo di sconvolgimento dei concetti di libertà e responsabilità umana e di una conseguente forma di paganesimo. Di contro molti importanti scienziati di questo periodo si applicano agli studi astrologici, tra cui Keplero e Brahe.
L’astrologia contemporanea è diversa da quella antica e medioevale in quanto si basa sulle attuali conoscenze di astronomia e di fisica per trovare un collegamento tra gli astri ed il comportamento umano.
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Condizioni sociali e rivoluzione scientifica
Giordano Bruno
Storia dell'alchimia
ASTRONOMIA:" Studio di tipo scientifico delle leggi necessarie e universali che governano il moto dei corpi celesti. Nasce come costola dell’astrologia, nel contesto cioè di una visione religiosa e magica del rapporto tra cielo (sede degli dei) e Terra (sede delle vicende umane), ma tende, a partire dagli studi di Galilei, Cartesio, Newton, ecc., a separarsene. E’ proprio l’idea seicentesca della scienza come ricerca che mette a capo unicamente a leggi assolutamente necessarie, certe e inderogabili, a puri rapporti esprimibili matematicamente, che conduce alla demarcazione tra astrologia e astronomia."
Dal Dizionario di filosofia e scienze umane, Emilio Morselli.
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Galileo Galilei
ATOMISMO: "E’ la dottrina filosofica e scientifica, che, negando la divisibilità all’infinito della materia, postula l’esistenza di elementi minimi irriducibili, indivisibili (a-tomos = privo di parti) alla base di ogni realtà corporea. L’atomismo filosofico ha i suoi fondatori in Leucippo e Democrito (V-VI sec. a. C.); nell’antichità si richiamano all’atomismo Epicuro (341-270 a. C.) e Lucrezio (98-54 a. C.). Avversato da bPlatone Aristotele, condannato in epoca medioevale come sinonimo di rozzo materialismo e ateismo, l’atomismo (soprattutto nella versione epicurea) rifiorisce tra il 1500 e il 1600 con Bruno, Galilei e Gassendi. Tesi fondamentale dell’atomismo è che gli elementi minimi non posseggano altre qualità al di fuori di quelle quantitative e misurabili: peso, forma, posizione e grandezza; le differenze qualitative che si riscontrano nei fenomeni sono solo sensazioni soggettive e devono essere ricondotte a differenze quantitative." Il concetto di atomo ha avuto una evoluzione veloce e abbastanza definitiva alla fine del XIX secolo e nei primi anni del XX, con Thomson, Rutherford e Bohr
Dal Dizionario di filosofia e scienze umane, Emilio Morselli.
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Giordano Bruno
Leibniz
Storia dell'alchimia
Galileo Galilei
Condizioni sociali e rivoluzione scientifica
L'atomismo democriteo in relazione alla rivoluzione scientifica
CENSURA ECCLESIASTICA: principale strumento di censura e repressione fu il Tribunale del Sant’ Uffizio, istituito da Paolo III nel 1542 su sollecitazione del cardinale G. P. Carafa. Il Tribunale dell’Inquisizione anticlericale fu il segno di una ripresa e di un rafforzamento dell’ attività dell’Inquisizione che seguiva due filoni principali: la lotta contro l’eresia e la difesa dell’ortodossia nei confronti delle dottrine protestanti e la lotta contro la stregoneria e il satanismo.
In Spagna l’Inquisizione ebbe una storia particolare per la presenza di arabi (moriscos) ed ebrei; infatti Ferdinando Il Cattolico ottenne, nel 1478, da Sisto IV la licenza di scegliere inquisitori di propria fiducia assumendo così il controllo sul tribunale.
Affidato al domenicano Tommaso da Torquemada, esso operò con estremo rigore, diventando un instrumentum regni per l’autorità regia. A Roma la riforma toccò anche questo settore rivedendo l’inquisizione medioevale, che nel 1588, diventò Congregazione del Sant’Uffizio. La procedura era divisa in due tempi: una serie di predicazioni e riunioni per avere la conversione dei colpevoli e, per i reticenti, venne istituito un processo. Normalmente l’accusato era a piede libero e, se condannato, venivano comminate pene spirituali (scomunica o interdetto) e, se si trattava di religiosi o vescovi, la relegazione in un monastero. In caso di particolare ostinazione, il condannato veniva affidato al " braccio secolare" con la conseguente pena di morte sul rogo considerata l’ultima possibile e paradossale forma di purificazione
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Torquato Tasso
Una sintesi de "La chimera" di Sebastiano Vassalli
Lo sviluppo del Calvinismo e la tesi di Max Weber
CONTRORIFORMA E RIFORMA CATTOLICA "La riforma Cattolica ", scrive H. Jedin, "è la riflessione su di sé attuata dalla Chiesa in ordine all’ideale di vita cattolica raggiungibile mediante un rinnovamento interno; la Controriforma è l’autoaffermazione della Chiesa nella lotta contro il Protestantesimo ".
A maggior chiarimento: l’esigenza di una riforma, cioè di concepire in modo nuovo l’esperienza religiosa, è testimoniata già in età umanistica, trovando molteplici espressioni dalla devotio moderna ad Erasmo e all’orientamento conciliarista, che ritiene fondamentale, per il rinnovamento, la limitazione della potenza papale con l’istituzionalizzazione dei concili ecumenici.
Con il termine "Riforma Cattolica", quindi si fa riferimento a questo complesso di esigenze. La Controriforma invece è costituita dal Concilio di Trento (1542-1563) e dall’opera di riorganizzazione e autoaffermazione che la Chiesa compie in attuazione delle direttive elaborate dal Concilio tridentino. La Chiesa progetta quasi una "riconquista" di quella parte dell’Europa che è ormai in mano agli eretici. Il Concilio sancisce un accentuato ampliamento del potere papale e un centralismo direzionale, che non lasciava spazio a posizioni ed iniziative che non fossero rigidamente "allineate"; come ad esempio il controllo che i "visitatori apostolici" inviati da Roma esercitavano sull’operato dei vescovi o al ruolo puramente esecutivo assegnato ai docenti dei collegi gesuitici.
La Controriforma faceva coincidere l’esperienza religiosa con l’ossequio e l’obbedienza all’istituzione religiosa, nella quale nell’età post-tridentina si accentuava l’accentramento monarchico. Strettamente collegato a questo centralismo è "l’arroccamento ideologico", la difesa dell’ortodossia perseguita dalla chiesa con "l’ Indice dei Libri Proibiti", con il tribunale dell’ Inquisizione, con la collisione frequente con l’ autorità statale. Il Concilio di Trento, pur tenendo conto di quell’ insieme di fermenti e di istanze che avevano animato la Riforma Cattolica, stabilisce via i limiti dell’ ortodossia e la impone rigorosamente; procede ad una ridefinizione delle questioni ideologiche suscitate dai protestanti, fissa le linee del rinnovamento istituzionale della Chiesa e del suo intervento nella società. Alla rigorosa difesa dell’ ortodossia è collegato il problema dei rapporti tra intellettuali e potere(ecclesiastico); molti erano i casi di repressione, con condanna e roghi, contro gli eretici (si pensi a Giordano Bruno, Tommaso Campanella e Galileo Galilei), ma oltre a ciò si osservano anche fenomeni di fuoriuscitismo, con l’esilio di importanti personaggi e fenomeni di nicodenismo, cioè la sofisticata pratica di conformismo e di arroccamento nella propria interiorità imposta dalla durezza dei tempi.
La ridefinizione teologica si fonda sul problema della salvazione affrontata da Lutero e Calvino. Il Concilio, infatti, respinge la convinzione che il peccato sia riscattato dalla fede e che solo per mezzo di quest’ultima si possa raggiungere la salvezza, decretando una dottrina della giustificazione in senso attivo. Derivano proprio da questa riformulazione del problema della salvezza le modalità e le finalità dell’intervento della Chiesa nella società in modo più operativo. Essa si dedica alla formazione e educazione del clero, opera per un’evangelizzazione del Nuovo Mondo, ed infine, per modellare la società secondo la prospettiva di religiosità ortodossa, si adopera per un controllo della attività intellettuale ed artistica. Infatti, nell’"Indice dei Libri Proibiti", che include Macchiavelli e Boccaccio, si accompagnano editti e trattati sulle arti figurative e teatrali, che vengono legittimate solo se inducono a cristiana devozione.
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La musica nel Rinascimento
L'arte nel periodo della Riforma e della Controriforma
Arte e catechesi nella concezione cattolica
Michelangelo Buonarroti
Pittori locali nell'ambito della Controriforma
Dogmatica protestante e cattolica
Il Concilio di Trento e il più complessivo processo della Riforma Cattolica
Torquato Tasso
DOTTRINA DELLA PREDESTINAZIONE Il termine indica, nella teologia cattolica, il decreto col quale Dio ha previsto e voluto gli avvenimenti che hanno luogo nel tempo. Al problema della predestinazione si sono dedicati alcuni importanti filosofi del medioevo quali S.Agostino, S.Anselmo d'Aosta, Lutero, Calvino e altri. Agostino nega il principio secondo cui l'uomo è libero e si emancipa da Dio mediante il libero arbitrio ed afferma che l'umanità avrebbe potuto essere lasciata tutta nel castigo eterno, conseguenza del peccato liberamente commesso, senza che si potesse accusare Dio di ingiustizia per questo, ma la sua bontà misericordiosa, mentre concede a tutti la possibilità di salvarsi, collaborando liberamente alla redenzione, vuole salvare alcuni ai quali, perciò, dona i mezzi per cui saranno sicuramente liberati. Perché alcuni e non altri è un mistero, ma dobbiamo avere la massima certezza che in Dio non c'è ingiustizia.
Secondo Anselmo, il fondamento di ogni speculazione è la fede, per cui l'uomo è libero, sia di fronte al peccato, sia nei confronti della predestinazione e della prescienza divina.
Il problema della predestinazione fu risolto da Lutero mediante una dottrina fondata sulla negazione del libero arbitrio, ma che venne condannata da Papa Leone X.
Secondo Calvino, che porta ai suoi sviluppi logici estremi la dottrina di Lutero e afferma pessimisticamente l'incapacità assoluta dell'uomo a sollevarsi dal peccato, così da contrapporre l'idea di Dio misericordioso a quella dell'uomo corrotto e malvagio, Dio agisce secondo una volontà insondabile, ma esclusiva, onnipotente, incontrastabile: egli predestina l'uomo alla salvezza o alla dannazione, così che per l'uomo la libertà è inesistente e incompatibile.
La dottrina cattolica della predestinazione venne definitivamente fissata nel Concilio di Trento con il Decretum de Justificatione (Gennaio 1547).
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Erasmo da Rotterdam
La riflessione teologica di Lutero
Lo sviluppo del Calvinismo e la tesi di Max Weber
EMPIRISMO Con il termine Empirismo, dal greco empeirìa, si designano in senso lato le posizioni filosofiche che, nell’ambito della teoria della conoscenza, fanno costante riferimento all’esperienza, considerando le impressioni dei sensi come il fondamento e la fonte prima, essenziale del sapere.
Anche se convenzionalmente si comincia a parlare di vera e propria concezione empiristica della conoscenza dal XVII secolo in avanti con l’elaborazione del modello filosofico di J. Locke, possiamo individuare alcune filosofie dell’antichità che si avvicinano, almeno per particolari istanze, all’empirismo; in particolare ci riferiamo alla Scuola Epicurea, che pone come punto di partenza dell’esplorazione filosofica l’esperienza sensibile, a quella Stoica e, soprattutto alla corrente Scettica che ha in comune con l’Empirismo il rifiuto di ogni dogmatismo, l’utilizzo critico del dubbio e la negazione dell’esistenza di verità assolute.
Procedendo nello sviluppo del pensiero filosofico giungiamo al XIV secolo, allorché Guglielmo di Ockham, decretando con la definizione di una nuova teoria conoscitiva, la fine della Scolastica, propone un modello filosofico che trova il suo fondamento in un Empirismo radicale. Ockham infatti, è convinto che tutto ciò che oltrepassa i limiti dell’esperienza non può essere conosciuto né dimostrato dall’uomo; egli inoltre assume nei confronti della disputa sugli universali una posizione radicalmente nominalista interpretandoli come segni in luogo delle cose o di classi di quelle stesse.
In Ockham però, l’appello all’esperienza non assume il significato metodologico di procedimento di prova, che l’Empirismo deriva invece direttamente dalla Rivoluzione Scientifica, e in particolare da pensatori quali Francesco Bacone che riconosce la stretta connessione tra la scienza e la potenza umana e tenta l’elaborazione di un metodo sperimentale, ed Hobbes, vicino all’Empirismo in quanto considera scienza e ragione efficaci solo se rivolte ad oggetti generabili, appartenenti cioè alla realtà materiale e corporea.
L’Empirismo considerato come indirizzo opposto al Realismo, raggiunge un punto di incontro persino con la filosofia Cartesiana dalla quale desume concetti e terminologia.
Un così articolato processo storico porta allo sviluppo del cosiddetto Empirismo Inglese che trova il suo fondatore in Locke e vede la sua fioritura a cavallo fra Seicento e Settecento inscrivendosi come una delle componenti di fondo nella formazione della cultura Illuministica.
In concreto le tesi principali dell’Empirismo possono essere così sintetizzate:
  1. Non esistono certezze ultime e verità assolute; il sapere umano non ha mai carattere definitivo ma è per sua natura perfettibile; la validità di un assunto è data dal fatto che é stato verificato mediante il riferimento alla sfera sensibile.
  2. Non è possibile conoscere la realtà ultima o sostanza delle cose e del mondo, perché la conoscenza umana è limitata agli aspetti fenomenici degli eventi. Il richiamo costante all’esperienza dunque, fa sì che l’Empirismo tenda ad assumere un atteggiamento limitativo o critico nei confronti delle capacità conoscitive dell’uomo e a seguire un indirizzo anti-metafisico escludendo qualsiasi problema riguardante realtà non accessibili agli strumenti mentali di cui l’uomo dispone.
  3. Esistono solo entità individuali; ai concetti universali o generali non corrispondono oggetti reali; oltre alle sostanze singole non esistono che puri nomi (Nominalismo).
  4. Da un punto di vista politico l’Empirismo valorizza l’individuo e la libertà personale; l’anti-innatismo e l’attitudine sperimentale e critica verso le cose e i fatti umani inducono a sostenere posizioni favorevoli alla libertà di pensiero e alla tolleranza. Esiste quindi un’affinità indiscutibile tra Empirismo e Illuminismo.

Questi punti fondamentali si pongono alla base dello sviluppo del pensiero moderno subendo revisioni ed interpretazioni da parte di pensatori come Berkeley e Hume
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La "Crisi della coscienza Europea": il primo Settecento, età del Rinnovamento
Evoluzione del rapporto fede-ragione

ILLUMINISMO: Movimento culturale sviluppatosi nel XVIII secolo che, basandosi su esatte conoscenze scientifiche e tecniche, si adoperò per superare qualsiasi forma di pregiudizio e di superstizione . Notevoli furono le influenze di correnti precedenti come quelle liberali inglesi (Locke), o scientifiche (Galileo e Keplero), o politico-giuridiche (Grozio e il "diritto internazionale").
Strumento primo dell’Illuminismo è la ragione, di cui gli illuministi fanno uno specifico uso: ritengono infatti che gli uomini siano sempre stati in possesso dell’intelletto, ma che fino a questo momento non ne abbiano fatto il giusto utilizzo, trovandosi sempre in una posizione di inferiorità. Da qui il bisogno di indagare liberamente e pubblicamente ogni campo dello scibile, lottando duramente contro tutte quelle forze in grado di ostacolare la conoscenza umana: l’autorità, la religione, la tradizione.
In quest’ottica il filosofo illuminista non è più il semplice pensatore che elabora teorie astratte, ma diviene l’intellettuale che si adopera per un miglioramento della vita dell’uomo che, risorgendo dalle tenebre dell’ignoranza, può raggiungere la felicità.
Il sapere acquisisce quindi un compito civile e per questa sua specifica funzionalità gli illuministi sono portati ad una più ampia divulgazione delle opere illuministiche e alla ricerca di un diverso rapporto tra scrittori e pubblico in modo da ricevere una larga cerchia di lettori.

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La "Crisi della coscienza Europea": il primo Settecento, età del Rinnovamento
Galileo Galilei
INDULGENZA: Nella concezione cattolica l'indulgenza è un segno concreto che rimanda ad una realtà più profonda. E' segno della misericordia di Dio che è meritata dall'uomo attraverso un’opera, cui è applicata l'indulgenza stessa. L'uomo necessita della misericordia di Dio perchè peccatore. Attraverso il sacramento della riconciliazione la Chiesa ha il potere di rimettere i peccati in forza, potere che le è stato conferito da Dio per mezzo del sacrificio di Cristo. Resta la pena che il peccato, comunque commesso, il perdono è legato ad una penitenza che oggi è una preghiera e la "promessa solenne" di non ricadere nel peccato, ma nel medioevo e in epoca moderna erano anche penitenze dure e pesanti: obbligo di pellegrinaggi penitenziali, digiuno stretto, pene corporali, isolamento volontario, corrispondente ad una sorta di imprigionamento penitenziale. Nel corso dei secoli e anche sotto la spinta del mantenimento di una corte pontificia dispendiosa e di una capitale da rinnovare, ila prassi delle indulgenze scivola e si corrompe; diventa un vero mercato: scambio di indulgenza contro denaro; Lutero si scandalizza dicendo "Dannata e peccaminosa dottrina umana predica invece colui che viene a dire: appena la moneta tintinna nella cassetta l'anima salta in cielo (tesi 27). Questo fu uno dei principali punti d'avvio per l'inizio della Riforma.
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La riflessione teologica di Lutero
I movimenti ereticali nel medioevo
Dogmatica protestante e cattolica
Una sintesi de "La chimera" di Sebastiano Vassalli
Il Concilio di Trento e il più complessivo processo della Riforma Cattolica
INFINITO, CONCEZIONE ASTRONOMICA L'universo degli antichi e in particolare quello aristotelico-tolemaico, era unico perché pensato come il solo universo esistente e chiuso poiché immaginato come una sfera limitata dal cielo delle stele fisse, oltre il quale non c' era nulla.
La prima scossa decisiva a tale sistema, che vedendo la terra al centro dell'universo era detto geocentrico, fu data da Niccolò Copernico.
Quest'ultimo ideò un nuovo sistema che vedeva al centro dell' universo il sole. L'eliocentrismo copernicano, faceva però ancora parte del mondo del passato. Difatti, pur ampliando i confini del cosmo non li abbatteva, considerandolo ancora limitato dall' "ultima sphaera mundi", ossia dall'ultima e suprema sfera del mondo.
Di conseguenza, sebbene Copernico dica in un passo di lasciare "alle discussioni dei filosofi" il problema dell'infinità del cosmo, di fatto il suo universo è ancora finito. La prima affermazione del contrario è invece dovuta a Cusano, anche se il suo universo, più che infinito si può dire indeterminato.
Il primo a forzare le teorie di Cusano e ad asserire l'infinità del cosmo fu Giordano Bruno. Egli, partendo da Lucrezio e passando per Cusano, arriva ad asserire, in modo speculati e deduttivo che le infinite stelle del firmamento potrebbero essere infiniti soli con infiniti pianeti che gli ruotano attorno.
In conclusine, con Copernico, Cusano e Bruno, si vengono a determinare, a diversi livelli, le tesi cosmografiche rivoluzionarie dell'età moderna. Il lavoro dei tre infatti portò ad un abbattimento delle mura esterne dell'universo, all'ammissione della pluralità dei mondi, alla convinzione di identità di struttura tra cielo e terra e, per ultimo, all'ammissione dell'infinità del cosmo.
L'accoglienza delle tesi bruniane fu negativa, molti grandi astronomi e fisici, come Brahe, Keplero e Galileo, respinsero lidea della pluralità dei mondi e dell'infinità dell'universo.
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Giordano Bruno
Filosofia e matematica
L'atomismo democriteo in relazione alla rivoluzione scientifica
Galileo Galilei
schede2.jpg (8444 byte)LEGGI DI KEPLERO: La teoria geocentrica fu superata da quella eliocentrica elaborata da Copernico, la quale ebbe la sua definitiva affermazione con Keplero, che nel 1609 dimostrò che le orbite dei pianeti intorno al sole sono ellissi e non circonferenze. In tal modo fu possibile interpretare le proprietà del moto dei pianeti senza l’introduzione degli epicicli di Copernico. I risultati ai quali Keplero giunse sono compendiati nelle sue famose tre leggi:
1° LEGGE: i pianeti descrivono intorno al sole orbite ellittiche di cui il sole occupa uno dei fuochi. Il punto di minima distanza dal sole è il perielio, quello di massima distanza è l’afelio.
2°LEGGE: le aree descritte dal raggio vettore tracciato dal sole intorno ai pianeti sono proporzionali ai tempi impiegati a descriverle. Più in generale la seconda legge afferma che l’area descritta dal raggio vettore di ogni pianeta nell’unità di tempo
D t cioè la cosiddetta velocità areale, è costante durante il moto dei pianeti.
3° LEGGE: i quadrati dei tempi impiegati dai pianeti a descrivere le proprie orbite sono proporzionali ai cubi dei semiassi maggiori delle ellissi. Per esempio, se e sono i semiassi maggiori delle ellissi descritte da due pianeti, i cui periodi di rivoluzione sono rispettivamente e si ha :
= .Ne segue che il periodo di rivoluzione aumenta con la distanza dei pianeti dal sole.
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John Donne
LIMITE MATEMATICO: In matematica vi sono principalmente quattro casi di limite:
  1. Limite finito per una funzione in un punto: .
    Tale operazione significa che: scelto un
    e >0 e arbitrariamente piccolo esiste in corrispondenza di tale e un intorno di c tale che per x appartenente a tale intorno, il punto c al più escluso, vale la relazione .
  1. Limite infinito per una funzione in un punto: .
    Tale operazione significa che: scelto un M>0 e arbitrariamente grande esiste in corrispondenza di tale M un intorno di c tale che per x appartenente a tale intorno, il punto c escluso, vale la relazione .
  1. Limite finito per una funzione all’infinito: .
    Tale operazione significa che: scelto un
    e >0 e arbitrariamente piccolo esiste in corrispondenza di tale e un numero k, tale che per x in valore assoluto maggiore di k, vale la relazione .
  1. Limite infinito per una funzione all’infinito: .
    Tale operazione significa che: scelto un M>0 e arbitrariamente grande esiste in corrispondenza di tale M un numero k, tale che per x in valore assoluto maggiore di k, vale la relazione .
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    Cartesio e Newton
    Analisi infinitesimale: Newton e Leibniz
MASSA E PESO: Massa e peso sono due concetti profondamente diversi, infatti la massa è una grandezza scalare mentre il peso, in quanto forza, è una grandezza vettoriale. Tutti i corpi in prossimità della superficie terrestre, o di altri pianeti e satelliti che esercitino una forza gravitazionale, hanno un peso, inteso come forza che li accelera verso il basso. Ogni corpo ha anche una certa massa, che essendo una proprietà intrinseca del corpo, a contrario del peso, non varia con la posizione del corpo sulla Terra. Se un corpo si trovasse nello spazio non avrebbe più peso, ma manterrebbe la sua massa. Per il secondo principio della dinamica il peso nella Terra è espresso dalla seguente relazione (con g=9,8m/), e quindi il peso è direttamente proporzionale alla massa.
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La "Crisi della coscienza Europea": il primo Settecento, età del Rinnovamento
Cartesio e Newton
Galileo Galilei
MATEMATICA: si può genericamente intendere come scienza dei numeri. Il termine matematica significò dall'Antichità fino a tutto il Medioevo la scienza dei numeri, delle grandezze e delle figure geometriche. Veniva perciò classificata in aritmetica, geometria piana e solida, teoria della grandezze e dei loro rapporti; a questa classificazione corrispondono le quattro arti liberali del Quadrivio (aritmetica, musica, geometria, astronomia) che durante il Medioevo costituirono il complesso delle discipline scientifiche, contrapposte alle discipline letterarie del Trivio (grammatica, retorica, logica). Ma in seguito al grande sviluppo della matematica, non è più adeguato ed appropriato definirla scienza dei numeri. L'unica definizione accettabile è quella che cerchi di coglierne lo sviluppo storico e di giustificarne la profonde trasformazioni nel corso dei secoli. La matematica si può sostanzialmente distinguere in algebra, analisi, aritmetica e geometria. Adesso la potremmo individuare in quel gruppo di discipline correlate, comprendente anche l'algebra, la geometria, la trigonometria e il calcolo infinitesimale, che studianp i numeri, le quantità, le forme, lo spazio e le loro correlazioni, applicazioni, generalizzazioni e astrazioni.
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Cartesio e le regole del metodo
Galileo Galilei
Analisi infinitesimale: Newton e Leibniz
MELODRAMMA: Durante il periodo della Magnificenza dei Medici, che inizia con l’avvento al trono di Cosimo I nel 1537 e prosegue poi con il regno dei figli Francesco I e Ferdinando I, entrambi appassionati d’arte, ma soprattutto durante il regno di quest’ultimo fioriscono iniziative artistiche e culturali, sia nell’ambito della corte che nei cenacoli delle varie case patrizie. In particolare si ha una svolta nel campo musicale, si istituiscono varie accademie, di cui una delle più vivaci e importanti fu la Camerata dei Bardi, che nel 1580 si riuniva nella casa del conte Giovanni Bardi di Vernio. Essa poi nel 1592, quando il fondatore si trasferì a Roma, divenne Camerata Fiorentina.
I più famosi esponenti di questa furono Vincenzo Galilei (1520 - 1591), padre del più famoso Galileo, e Ottavio Rinuccini (1564 - 1621). Durante queste riunioni si discutevano i problemi della musica del tempo e quale potesse essere stato l’aspetto musicale dell’antica tragedia greca, dalla quale vengono tratti esempi di canto monodico capace di esprimere i concetti dell’animo con la linea musicale e delle parole, e si maturava il desiderio di spogliarsi di quelli che erano i "legacci" della musica polifonica contemporanea che nel groviglio contrappuntistico delle parti vocali non consentiva di riconoscere esattamente né il suono, né il senso delle parole, per giungere invece ad una forma di monofonia ovvero il cosiddetto "recitar cantando".
Nasce così iol nuovo organismo del dramma per musica, per cui più tardi si userà il termine di melodramma o di opera in musica.
Il primo vero melodramma fu la Dafne del poeta Ottavio Rinuccini, musicata da Jacopo Peri, rappresentata nel 1594 in casa di Jacopo Corsi il quale era succeduto al Bardi nella veste di mecenate del gruppo. Tale opera ebbe varie esecuzioni e riprese nel corso di quegli anni, con diverse interpretazioni e varianti, per cui la stesura definitiva si ebbe nel carnevale del 1598 ed infatti è proprio a questa data che si fa riferimento per la nascita del melodramma. Esso ebbe molta fortuna nella tradizione musicale italiana e si può dire che ancora permanga nelle forme della musica operistica.
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La musica nel Rinascimento
MERCANTILISMO: "dottrine e prassi di politica economica, elaborate e sperimentate negli Stati europei fra i secoli XVI e XVII, che si fondano su una serie di principi economici quali la dipendenza, rivelatasi poi illusoria, della ricchezza di uno Stato dalla quantità di metallo prezioso in suo possesso; la protezione e l’incremento dell’industria manifatturiera in quanto elemento di trasformazione e di valorizzazione delle materie prime di estrazione locale; l’attenzione rivolta alla bilancia commerciale e orientata all’incremento delle esportazioni e alla limitazione, talora drastica, delle importazioni: tale sistema costituisce il primo rilevante esempio di studio empirico di fatti economici e (a livello politico) di dirigismo economico dell’Europa moderna, nel senso del coordinamento dell’attività economica e della subordinazione di essa ai fini politici dello stato."
Grande Dizionario della Lingua Italiana UTET 1978
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L'economia del '600 (sintesi di un testo di C. M. Cipolla)
MISTICA: Quella che noi consideriamo è prevalentemente la Mistica di Giovanni Eckhart, pensatore che subì notevoli influssi della filosofia di Guglielmo di Ockham. Sostanzialmente la mistica è un’aspirazione alla trascendenza, e dal punto di vista che stiamo considerando è in un certo senso il completamento della ricerca razionale. Certo, le capacità conoscitive dell’uomo sono molto limitate, ed è proprio per questa ragione che l’uomo per completare la sua ricerca razionale deve "trascendere". I quesiti che la Mistica "risolve" cercano di giustificare la connessione fra l’uomo e Dio. In particolare Eckhart trova questa saldatura dal fatto che la fede sarebbe impossibile se l’uomo non trovasse in se stesso un diretto rapporto con Dio. Nella fede ciò che è di basilare importanza è la distinzione fra il contenuto, cioè il dogma e l’atto del credere cioè la convinzione intima. Quest’ultima ha certamente più valore della prima perché è proprio essa stessa che porta alla visione del divino. La Mistica non basa la sua importanza storica e filosofica al di fuori di un ben preciso contesto che è quello della scolastica, anzi la fine della scolastica. Precedentemente si è visto quanta importanza abbia avuto il rapporto fra fede e ragione, e quali implicazioni teologiche e filosofiche esso abbia avuto; tuttavia adesso questo rapporto "perde" quasi di significato, la Mistica infatti è proprio una nuova prospettiva ideologica che trova appunto la connessione fra Dio e l’uomo. La peculiarità della Mistica è il fatto di mettere in risalto il fatto che questa connessione è "necessaria" ai fini dell’esistenza stessa della fede.
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Lo sviluppo del Calvinismo e la tesi di Max Weber
MODELLO TOLEMAICO: Fin dall’antichità si riteneva che la terra fosse al centro dell’universo e che le stelle ruotassero intorno ad essa . La teoria più completa di tipo geocentrico, con la terra cioè al centro dell’universo, fu quella di Tolomeo, astronomo della scuola Alessandrina, vissuto intorno al 150 D.C. Egli elaborò una teoria secondo la quale il moto dei pianeti si svolge su una circonferenza detta epiciclo, il cui centro ruota intorno alla terra su una seconda circonferenza di raggio più grande, detta deferente. Negli intervalli di tempo in cui il pianeta si muove sull’epiciclo nello stesso verso del centro dell’epiciclo sul deferente, sembra che il pianeta si muova più velocemente. Quando invece il pianeta sull’epiciclo si muove in verso opposto al moto del centro dell’epiciclo sul deferente, sembra che il pianeta si muova più lentamente e torni indietro.
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Condizioni sociali e rivoluzione scientifica
John Donne
Galileo Galilei
NEOPLATONISMO NELL'UMANESIMO La riscoperta del platonismo (neoplatonismo) è uno dei fenomeni più rilevanti dell’umanesimo.
Esso trova le premesse nell’opera del Petrarca che, tramite lo studio di Agostino, indicava nel pensiero di Platone la filosofia più affine al cristianesimo. Tale corrente influenzò la cultura nel suo complesso, l’arte figurativa, la musica e la letteratura. Il platonismo umanistico fu anzitutto filologico: l’Europa, tramite la collaborazione dei maestri bizantini, cominciò a rileggere Platone nella ricchezza della sua opera complessiva.
Fondamentali a questo fine furono poi le traduzioni e il commento dell’intero corpus platonico realizzati da Marsilio Ficino. Proprio esaminando questo autore si possono capire a pieno i caratteri del neoplatonismo rinascimentale, che deve considerarsi il punto culminante di una vicenda che ha attraversato l’antichità e il Medioevo per offrire i suoi ultimi frutti all’età moderna. È molto significativo ricordare che Ficino non si limitò a tradurre i dialoghi di Platone, ma anche le opere di Plotino e di molti altri esponenti della tradizione neoplatonica. Secondo Ficino il verbo (rivelazione) si è dapprima manifestato presso i persiani, gli Egizi, gli Ebrei e poi presso i greci ha inspirato il divino Platone e da lui si è trasferito al cristianesimo e ad Agostino.
Cosicché Marsilio inizia a credere, come molti intellettuali dell’epoca, che platonismo e cristianesimo sono due facce di una stessa vicenda spirituale, che ha come scopo la lotta al Materialismo e all’ateismo.
Strumento ideale di questo cammino è l’eros; l’amore platonico. Tramite esso l’uomo comunica con la forza amorosa che circola nell’universo, così da identificarsi nell’amore di Dio
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Michelangelo Buonarroti
NOTTE DI SAN BARTOLOMEO: La notte tra il 23 e il 24 agosto 1572, furono massacrati da duemila a tremila ugonotti a Parigi e da dodicimila a ventimila nella provincia.
La regina madre Caterina de’ Medici, temendo che l’influenza del capo ugonotto Gaspard de Coligny inducesse il re Carlo IX ad appoggiare i ribelli dei Paesi Bassi mettendosi contro il suo indirizzo filospagnolo, eccitò il fanatismo dei cattolici all’orribile eccidio, per impegnare così la monarchia.
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La musica nel Rinascimento
Lo sviluppo del Calvinismo e la tesi di Max Weber
RAPPORTO FEDE RAGIONE IN OCKHAM: Gulielmo di Ockham è considerato l’ultima grande figura della scolastica e allo stesso tempo la prima figura dell’età moderna. Infatti, il problema sul quale la Scolastica era sorta, l’accordo tra ragione e fede, viene, da Ockham, per la prima volta dichiarato impossibile.
Le basi di questa affermazione vanno ricercate nel radicale empirismo di Gulielmo. Difatti, poiché l’unica conoscenza possibile è l’esperienza e l’unica realtà conoscibile è la natura, che ci è rivelata dall’esperienza, ogni altra realtà che trascenda quest’ultima non è umanamente conoscibile. Molto importante ai fini del discorso è un passo tratto dalla Logica (opera di Ockham), il quale afferma che "gli articoli di fede non sono principi di dimostrazione né conclusioni e non sono neppure probabili giacché appaiono falsi a tutti o ai più o ai sapienti, intendendo per sapienti quelli che si affidano alla ragione naturale". In conclusione afferma Ockham che le verità di fede non possono essere evidenti di per se stesse e non sono dimostrabili per mezzo della ragione naturale.
Anche le prove dell’esistenza di Dio, in quest’ottica, non hanno valore dimostrativo: viene respinta la prova ontologica e quelle a posteriori
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Evoluzione del rapporto fede-ragione
RIFORMA PROTESTANTE: Con il termine Riforma si intende il vasto movimento iniziato da Martin Lutero nel 1517, che partendo dalla contestazione della vendita delle indulgenze e della corruzione della chiesa provocò la rottura dell'unità del cristianesimo occidentale determinando in tal modo il venir meno di uno fra i più importanti fondamenti dell'identità della coscienza dell'Europa medievale.
Punto essenziale della contestazione alla dogmatica cattolica da parte delle chiese riformate è l'affermazione della dottrina della predestinazione con cui, interpretando S.Agostino, si sostiene che Dio ha predestinato gli uomini fin dalla nascita. Questa premessa implica la negazione della dottrina del libero arbitrio, cioè della possibilità per l'uomo di scegliere, e la negazione della dottrina delle opere, per la quale gli uomini facendo le "opere buone" possono acquisire meriti di fronte a Dio.
In conseguenza di ciò i riformati negavano il ruolo della chiesa quale intermediaria tra l'uomo e Dio con la funzione di rimettere i peccati e affermavano la dottrina del "sacerdozio universale": tutti gli uomini sono in rapporto diretto con il loro creatore del quale devono conoscere e interpretare la parola contenuta nelle Sacre Scritture; i sacramenti venivano ridotti al Battesimo e all'Eucarestia.
La diffusione delle dottrine protestanti trovarono fertile terreno nel momento storico della prima età moderna per il concorso di motivazioni sociali, politiche, economiche e culturali. Il concetto stesso di libera interpretazione delle Scritture, unitamente a motivazioni di ordine politico e sociale, determinò il rapido frazionamento delle chiese riformate. Fra le principali ricordiamo: la chiesa luterana, la calvinista e l'anglicana, ma moltissime sono le correnti e sotto correnti tutte accomunate dalla contestazione della chiesa cattolica.
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L'arte nel periodo della Riforma e della Controriforma
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Strumentalismo e realismo (sintesi di un saggio di Popper)
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Michelangelo Buonarroti
I movimenti ereticali nel medioevo
Dogmatica protestante e cattolica
Il Concilio di Trento e il più complessivo processo della Riforma Cattolica
Leonardo: un genio universale
Lo sviluppo del Calvinismo e la tesi di Max Weber
La repubblica fiorentina di Girolamo Savonarola
RIVOLUZIONE COPERNICANA: In contrapposizione alla teoria tolemaica, l’astronomo Niccolò Copernico, riprendendo una teoria di Aristarco (III sec. a.C.), fu il divulgatore della teoria eliocentrica, in base alla quale il Sole è immobile al centro dell’universo, mentre la Terra e i pianeti ruotano su orbite circolari intorno ad esso. La teoria eliocentrica spiega i moti retrogradi con il fatto che i pianeti vengono osservati dalla Terra in movimento. Anche Copernico, come Tolomeo, fu costretto ad introdurre gli epicicli per interpretare i fatti sperimentali osservati. Nella sua più famosa opera, De revolutionibus orbium coelestium, vi è un segno evidente del timore che si aveva in quell’epoca di contraddire la Sacra Scrittura urtando la Ciesa che riteneva la Terra al centro dell’universo. Indubbiamente la teoria di Copernico provocò una crisi profonda, non solo nel campo teologico, ma anche nel mondo della scienza. Infatti la teoria geocentrica era molto più vicina all’opinione comune in base alla quale, osservando il cielo, siamo portati istintivamente a ritenere il Sole e le altre stelle in rotazione intorno alla Terra. Tuttavia l’applicazione della teoria eliocentrica semplifica i calcoli delle orbite celesti. La disputa tra i sostenitori delle due teorie divenne sempre più accesa, soprattutto quando l’intervento di Galileo a sostegno della teoria eliocentrica, mirato a convincere gli esponenti della Chiesa cattolica, sortì l’effetto opposto. Infatti ben presto le opere a favore dell’eliocentrismo furono considerate eretiche e condannate dalla Chiesa.
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Filosofia e matematica
RIVOLUZIONE SCIENTIFICA "... Nella Storia della Filosofia e in quella della scienza, il termine R.S. viene impiegato, ..., per indicare il grande mutamento nei quadri del pensiero, nelle teorie scientifiche, nelle pratiche della tecnologia e del controllo della natura, che ebbe luogo fra l'età di Niccolò Copernico e quella di Isaac Newton (fra la metà del Cinquecento e i primi anni del Settecento. ... Nell'età della R.S. si ebbe la sensazione di una grande svolta, di un vero e proprio mutamento nei quadri del pensiero. Nel corso della rivoluzione astronomica vennero infatti abbandonati una serie di presupposti e di credenze che erano stati operanti per due millenni: per esempio, il presupposto della immobilità della Terra e della sua centralità nell'universo, la distinzione fra una fisica celeste (nella quale domina il moto perfettamente circolare) e una fisica valida solo nel mondo sublunare e sulla terra; la credenza nella finitezza dell'universo chiuso entro l'ultimo cielo delle stelle fisse; la convinzione che per spiegare il perdurare dello stato di quiete di un corpo non ci sia bisogno di addurre alcuna causa, mentre al contrario ogni movimento viene spiegato da un motore che lo produce e lo conserva durante il movimento.
da "Dizionario di Filosofia" a cura di Paolo Rossi
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Filosofia e matematica
Storia dell'alchimia
Leonardo: un genio universale
Michelangelo Buonarroti
SACCO DI ROMA: nel 1526 truppe imperiali formate dai cosiddetti lanzichenecchi e da mercenari italiani e spagnoli sono in Italia per far fronte alla Lega di Cognac, costituita da Francia, Papato e Repubblica di Venezia dopo l’inserimento del Milanese nel territorio dell’Impero. Qui, i soldati imperiali rimasti senza paga, decidono di saccheggiare atrocemente Roma (maggio 1527), all’insaputa dell’imperatore Carlo V.
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L'arte nel periodo della Riforma e della Controriforma
Pittori locali nell'ambito della Controriforma
SCOLASTICA: Movimento filosofico nato nelle scholae sorte presso cattedrali e monasteri a partire dal sec. XI e in cui gli insegnanti, detti scholastici, eleboravano e insegnavano le loro dottrine. Scolastica è perciò il nome generico con cui s'indicano diverse dottrine filosofiche e teologiche che, sviluppatesi tra il secolo XI e il XIV, hanno in comune alcuni caratteri fondamentali. Anzitutto il metodo impiegato è quello del sillogismo deduttivo di derivazione aristotelica, anche se molte delle opere di Aristotele si conobbero solo a partire dal sec.XIII attraverso la mediazione dei filosofi arabi. I sistemi prodotti dalla scolastica non tendono tanto a fornire strumenti per un' indagine critica, quanto piuttosto a rendere intellegibile il patrimonio della rivelazione cristiana. I contenuti perciò, dal platonismo presente nelle opere di S.Agostino e di Boezio. Essi sono le autorictates e la scolastica è innanzitutto un commento ai loro scritti , per la comprensione della verità già data. In questo ambito assumono significato le dispute scolastiche sull' autonomia delle singole scienze di fronte alla teologia e sui rapporti tra fede e ragione. Alcuni di essi tra cui Boezio di Dacia sostengono l'autonomia della ragione, altri tendeno a subordinarla alla fede. Altro punto di controversia è la disputa sugli universali,che è servita, in base alle soluzioni date, per distinguere i vari periodi della scolastica: la prescolastica(sec. XI-XII), l'epoca classica (sec. XIII) in cui emergono le figure di Tommaso d' Aquino e Duns Scoto e la decadenza (sec. XIV) con G.Ockham.La scolastica è il più grande sforzo speculativo della Chiesa: per questo non è mai morta, ma si è ripresentata come seconda scolastica. Questa va dal secolo .XV, il momento della sua rinascita dopo la decadenza, al sec.XVII, in coincidenza con la Riforma cattolica e con il Concilio di Trento. La ripresa della problematica teologica e filosofica della scolastica visse soprattutto in tre indirizzi sorti dalle rovine del periodo precedente: l'occamismo, lo scotismo e il tomismo, nel segno di una vigorosa ripresa del vigore speculativo proprio di queste correnti.Questa ripresa fu ulteriormente favorita dal Concilio di Trento; e sopprattutto in Spagna emersero personalità che non si limitarono a ripetere il pensiero precedente, ma strinsero fecondi contatti con la nuova filosofia e con le scienze naturali.
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Umanesimo e lettura dei testi sacri
Condizioni sociali e rivoluzione scientifica
Evoluzione del rapporto fede-ragione
La natura tra filosofia, letteratura e arte
Erasmo da Rotterdam
Giordano Bruno
Leibniz

UMANESIMO D'OLTRALPE: Tra la fine del 1400 e l'inizio del 1500 il problema religioso e l'impegno riformatore costituirono il momento centrale del pensiero e dell'attività dei maggiori umanisti d'oltralpe. Essi usando le armi della filologia scientifica e del metodo critico che l'umanesimo italiano aveva elaborato per studiare i testi sacri, al fine di rendere possibile un incontro più diretto con il pensiero cristiano, avviarono una nuova riflessione su decisive questioni della teologia cristiana. In questo modo l'umanesimo dell'Europa nord-occidentale, in particolare in Germania, Francia, Inghilterra e nelle Fiandre, riuscì a mantenere un più stretto legame con il travaglio spirituale della società. L'opera di Erasmo da Rotterdam, che è la figura più rappresentativa della corrente, si svolse soprattutto nello studio dei testi sacri e del pensiero cristiano. Egli, animato dal desiderio di rinnovamento della chiesa, introdusse nel campo teologico il metodo della filologia umanistica, realizzando opere critiche come il "Manuale del cavaliere cristiano", "Querela pacis", "Elogio della follia", dove il formalismo, l'ipocrisia, e la corruzione della chiesa venivano aspramente denunciate. Insieme a lui e animati con lo stesso spirito operavano altri umanisti come John Colet, Tommaso Moro, Hulrich Zwingli e Juan Luis Vives. L'umanesimo cristiano con la sua critica delle forme della religiosità medievale, ebbe larghissimi consensi, eppure anche questo movimento di idee fallì nel tentativo di riformare la chiesa. Alcuni umanisti come Erasmo, accettarono la sconfitta, rimanendo nell'ortodossia cattolica, altri, come lo Zwingli, giunsero a posizioni più radicali e alla rottura con la chiesa. Tuttavia l'umanesimo cristiano contribuì con la sua critica a preparare e spianare il terreno alla riforma protestante. Ebbe anche forte influenza nella parte più aperta dei prelati che operarono in seno alla Riforma Cattolica, come i cardinali Pole e Morone. Tuttavia quest'orientamento più conciliante nei confronti dei riformati venne sconfitto con l'affermarsi delle posizioni più intransigenti come quella del cardinale Carafa poi Paolo IV.
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Umanesimo e lettura dei testi sacri

VALDESI: Con questo termine si indica uno dei principali movimenti religiosi medievali, successivamente confluito nella Riforma protestante. Ne fu fondatore il mercante Valdo, che nel decennio 1170-80 scelse la povertà evangelica, costituendo il primo nucleo del movimento, detto dei "poveri di Lione". Sino dagli inizi, il movimento si scontrò con l'opposizione della Chiesa: al rifiuto del programma dei v. da parte del III Concilio Lateranense (1179) seguì la scomunica del Concilio di Verona (1184). Emarginati dall'istituzione ecclesiastica, i v. conobbero tuttavia una progressiva larghissima diffusione tra il sec. XIII e il XIV in Lombardia, in Linguadoca e in Provenza (fine sec. XII): elementi di predicazione v. vennero recepiti da ambienti già legati all'eterodossia, dando luogo a un movimento religioso caratterizzato da una tendenza anti-istituzionale particolarmente radicale e da una notevole capacità di espansione missionaria, che portò i v., attraverso la Svizzera, l'Austria e la Germania, sino nell'Ungheria e nella Boemia (dove considerevole fu poi l'apporto v. alla rivoluzione hussita del sec. XV). Altre aree di diffusione v. furono le vallate alpine del Piemonte occid., del Delfinato e, nell'Italia merid., la Calabria e le Puglie. La strategia dell'autorità ecclesiastica non escluse tentativi, parzialmente riusciti, d'istituzionalizzazione monastica dei v. (i poveri cattolici in Francia nel 1208, i poveri riconciliati in Lombardia nel 1210), tesa a neutralizzarne la carica contestativa, ma rimase essenzialmente repressiva. I motivi fondamentali del valdismo medievale risiedevano in una prassi che univa la predicazione itinerante del Vangelo al popolo con la povertà di vita. Di qui derivò la divisione tra ministri itineranti (distinti poi secondo i tre ordini dell'episcopato, del presbiteriato e del diaconato) e semplici fedeli, nonché la costituzione di strumenti di collegamento (rettori, capitoli annuali). La predicazione dei v., sostenuta da un'estesa attività di volgarizzazione della Scrittura, si arricchì di motivi esplicitamente antitradizionali (negazione del purgatorio e delle messe per i defunti, della validità dei sacramenti amministrati da sacerdoti indegni; riduzione del numero stesso dei sacramenti al battesimo, all'eucarestia e alla penitenza; rifiuto della gerarchia ecclesiastica e dei tradizionali ruoli di culto). Verso l'ordinamento civile (nonché ecclesiastico) del tempo i v. erano apertamente contestatori rifiutando il giuramento e la violenza. Nel sec. XV i v. di Boemia si unirono con gli hussiti e confluirono nella Unitas Fratrum, quelli di lingua neolatina aderirono nel sec. XVI alla Riforma protestante, adottando le Ordonnances ecclesiastiche ginevrine. Dalla metà del sec. XVI in poi, la storia dei v. è un alternarsi di persecuzioni e di effimere tregue, ottenute grazie alla resistenza armata e alla coesione sociale dei v. delle valli come alla solidità della loro nuova organizzazione calvinista. Nel 1551 i v. delle valli ottennero da Emanuele Filiberto di Savoia il riconoscimento di una relativa libertà di culto. Nel secolo successivo, la persecuzione antivaldese ebbe i suoi momenti culminanti nel 1655, allorché furono compiute le stragi note come le Pasque piemontesi, e nel 1683-85 quando i v. vennero espulsi dalle valli e costretti a un esilio che li portò nella Svizzera e nella Germania merid.: ritornarono nel 1689 e furono reintegrati nei loro territori. Furono loro riconosciute la libertà di culto e la pienezza dei diritti civili durante l'età napoleonica. Poterono così dedicarsi a un'attività di evangelizzazione, che ne estese la presenza nel corso della seconda metà del sec. XIX in numerose città e centri minori della penisola italiana. Attualmente la Chiesa v. è presente in Italia con circa un centinaio di comunità (il nucleo più numeroso di v. permane nelle valli del Pinerolese) e attiva attraverso iniziative di carattere culturale (p. es. la facoltà v. di teologia in Roma, la libreria editrice Claudiana di Torino, la stampa periodica) e sociale (scuole, ospedali, centri per minori o anziani): la sua struttura organizzativa è di tipo presbiteriale-sinodale. È stata inoltre attuata l'integrazione tra la Chiesa v. e la Chiesa evangelica metodista d'Italia. Centri di cospicua presenza v. fuori dell'Italia sono in Francia e in Svizzera (Losanna, Ginevra, Basilea, Zurigo), negli Stati Uniti d'America (chiesa di New York; chiese di Valdese, città dello Stato della Carolina) e soprattutto in Uruguay e in Argentina, dove una ventina di comunità direttamente legate alla Chiesa italiana raccolgono diverse migliaia di persone.
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I movimenti ereticali nel medioevo