1840 |
Giovanni Carmelo Verga nasce a Catania il 2
settembre, figlio di Giovanni Battista Verga Catalano e di Caterina Di
Mauro, proprietari terrieri. Nella città natale trascorre la sua
giovinezza, educato ai valori romantico-risorgimentali. |
1857-58 |
Incoraggiato
a scrivere da Antonino Abate, Verga compone il suo primo romanzo, Amore
e Patria, ispirato alla rivoluzione americana. Si iscrive alla facoltà
di legge dell’Università di Catania per desiderio del padre, senza
peraltro dimostrare grande interesse per questi studi, che abbandona
definitivamente nel 1861 su incoraggiamento della madre.
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1859-64 |
Verga si
dedica al giornalismo, fondando con Nicolò Niceforo il settimanale
politico “Roma degli Italiani”, di intenti unitari e
antiregionalistici. Pubblica a proprie spese il romanzo I
carbonari della montagna. Muore il padre Giovanni Battista. |
1865-71 |
Lascia
la Sicilia e si stabilisce a Firenze, capitale d’Italia e centro della
vita politica. Ha inizio il sodalizio letterario con Capuana. Viene
introdotto negli ambienti letterari fiorentini da Francesco Dall’Ongaro.
Conosce Giselda Fojanesi e se ne innamora. Pubblica Storia
di una capinera che l’anno prima era uscito a puntate nel giornale
di mode “La Ricamatrice”.
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1872-79 |
Trasferitosi
a Milano, anche se con frequenti ritorni in Sicilia, diventa frequentatore
abituale del salotto della contessa Maffei, di Vittoria Cima e di Teresa
Mannati-Vigoni. Pubblica Eva e Tigre
reale. Nel 1877-78 muoiono la sorella prediletta Rosa e la madre alla
quale era legato da profondo affetto.
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1874 |
In seguito
ad una crisi di sconforto, che lo aveva quasi fatto decidere di ritornare
in Sicilia, scrive in soli tre giorni la novella Nedda, che viene pubblicata il 15 giugno dello stesso anno. |
1880-84 |
Ritorna in
Sicilia ed aderisce al verismo. Pubblica presso Treves Vita dei campi. Incontra, a distanza di quasi dieci anni, Giselda
Fojanesi, con la quale ha una relazione che dura circa tre anni. Nel 1881
Pubblica I Malavoglia.
Nel 1883 Pubblica Novelle rusticane. Torna in Sicilia “stanco d’anima e di
corpo”, per rigenerarsi e cercare di finire Mastro
don Gesualdo. Viene rappresentato, nel 1884 al teatro Carignano di Torino,
il dramma Cavalleria rusticana
che riscuote subito grande successo. |
1888-90 |
Mastro
don Gesualdo
viene
pubblicato a puntate sulla Nuova
Antologia, mentre Verga lavora sodo per revisionare o riscrivere
ex-novo tutti i sedici capitoli e nel 1889 ne esce una nuova
pubblicazione. Incontra la contessa Dina Castellazzi di Sordevolo, cui
rimarrà legato per il resto della vita. Progetta di completare il Ciclo
dei Vinti con la Duchessa di
Leyra e L’onorevole Scipioni.
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1891-95 |
Inizia
la causa contro Mascagni e l’editore Sonzogno per i diritti sulla
versione lirica di Cavalleria
Rusticana, che lo scrittore vince nel 1893 e dalla quale riceve un
sostanzioso rimborso che gli permette di superare i suoi problemi
economici. Nel 1895 si incontra a Roma con Capuana e Zola.
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1896 |
Escono i
drammi In portineria, Cavalleria
rusticana e La Lupa. Quest’ultima viene rappresentata al teatro
Gerbino di Torino. |
1907 |
Verga
rallenta la sua produzione e si dedica sempre più spesso a lavoro e alla
cura delle sue terre.
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1919 |
Scrive
l’ultima novella, Una capanna e il
tuo cuore, che viene pubblicata postuma nel 1922.
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1920 |
Pubblica
un’edizione riveduta delle Novelle
rusticane. È nominato senatore.
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1922 |
Colpito
da paralisi cerebrale il 24 gennaio, muore a Catania il 27 gennaio nella
sua casa.
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