Rapporto padri-figli nell' età del risorgimento

(scheda storica)

Dopo un periodo di sconvolgimenti che ha interessato tutta l'Europa, provocato dalla rivoluzione Francese e dalle guerre napoleoniche, si assiste ad un progressivo ritorno agli equilibri e alle strutture sociali dell'Antico Regime. Nel 1815 le potenze europee si riuniscono a Vienna per restituire all'Europa l'assetto originario. Gli eventi appena trascorsi hanno creato, però, grandi mutamenti scuotendo definitivamente il prestigio e la sicurezza dei valori costituiti. Protagonista di questo periodo storico diventa la classe borghese, che ha acquistato piena coscienza di sé e del suo ruolo economico ma pure politico, ha scoperto valori nazionali e si sente ormai estranea alle strutture arcaico-feudali, che sopravvivono nella realtà europea della Restaurazione.
Il quadro dell'Ottocento si apre così all'insegna della conflittualità generazionale: da una parte i “padri” arroccati in difesa della loro obsoleta e statica visione del mondo per paura degli sconvolgimenti che le novità potrebbero apportare alla loro consolidata posizione alla guida di tutto e di tutti; dall'altra i “figli” ormai scontenti di vestire i panni smessi dei padri e desiderosi di affermare la propria indipendenza, personalità e moralità: il loro mondo è dinamicità, sviluppo e cambiamento.
E così il giovanissimo Leopardi con precoce e straordinaria sensibilità, soffre la ristrettezza culturale e l’inadeguatezza sentimentale dell’ambiente familiare e sociale in cui vive e si ribella tentando in ogni modo la fuga dalla “prigionia” recanatese, mosso da un desiderio di affermazione fortissimo che si scontra con le posizioni cattoliche e reazionarie della famiglia.
Allo stesso modo Manzoni propone nella storia di formazione di Lodovico un esempio di personalità indipendente e risentita, ostile a qualsiasi forma di debolezza e compromesso, che Lodovico non accetta più l'esclusione dal mondo aristocratico a cui appartiene per educazione e cultura, ma a cui non poteva essere ammesso a causa delle origini borghesi.
Oltre a questo conflitto tra padri e figli ne coesiste un altro a livello macroscopico fra Antico Regime e intellettuali. Nonostante il tentativo dei regimi di mantenere salda la collaborazione con i letterati, la maggior parte di questi rifiuta la collaborazione e cerca forme di rapporto e di iniziativa indipendenti. A causa di questo insanabile contrasto nasce la figura dell'artista-esule che preferisce rimanere saldo nei suoi ideali piuttosto che sostenere gli ordinamenti del governo. Foscolo esprime questa tensione nel personaggio di Jacopo, che preferisce lasciare la sua patria e rimanere fedele ai suoi ideali che sottomettersi al potere costituito.
Una simile denuncia viene da Manzoni che, biasimando l’educazione imposta a Gertrude dal principe suo padre, colpisce le autorità e l’intera classe aristocratica, abbarbicata dietro i suoi privilegi e alla loro “religione farisaica” fatta di orgoglio, onore e formalità. Allo stesso tempo non manca la critica nei confronti dei pavidi che in cuor loro nutrono desiderio di rivalsa e indipendenza, ma che rinunciano a priori alla lotta, rappresentati nella sottomissione di Gertrude al volere paterno.
Nel quadro delle restrizioni, dei divieti e delle censure emerge comunque l'esuberanza dei giovani ricchi di virtù positive, ma nello stesso tempo esposti al pericolo di smarrirsi nei meandri della corruzione del mondo borghese, della lotta di “tutti contro tutti”, in un vortice che conduce ad una rapida fine, buia, senza realizzazione. In una società in cui si va affermando il concetto di carriera, dominata da una sorta di selezione naturale, l'unica alternativa di sopravvivenza che si prospetta per i giovani è quella di allearsi con i “padri”, il cui compito non è tanto quello di imporre la propria volontà, calpestando così quasi inavvertitamente gli ideali giovanili, quanto quello di incanalare verso la giusta foce quei dirompenti entusiasmi ed aspirazioni altrimenti disastrosamente rivoluzionari.
è questo il caso di Renzo, la cui pericolosa energia, in assenza di un padre naturale, viene controllata e guidata dalla figura paterna di padre Cristoforo. Al dilagante individualismo si oppone quindi un'alleanza, una sorta di continuità generazionale: in questa ricerca di nuovi ideali, questa rivolta ai poteri costituiti, i giovani non riescono a trovare un degno antagonista alla morale statica dei padri. Quindi traviati e impossibilitati nel mutare la propria epoca comprendono che l'unica possibilità di realizzazione o di soddisfazione personale si trova nei valori che avevano abbandonato, altrimenti rimane solo l'emarginazione, l'incomprensione o addirittura la morte.
Perciò il compromesso sorto tra padri e figli si rispecchia nella realtà storica del Risorgimento italiano, nella quale il movimento rivoluzionario stempera il suo impeto nel forzato connubio tra tradizione e riforma.