UN SOLO IMPERATIVO: DISTRUGGERE IL PASSATO, GETTARSI NEL FUTURO

Il 20 febbraio 1909 il giornale parigino “Le Figaro” pubblica in prima pagina un curioso manifesto, Le futurisme, che la stessa redazione definisce molto audace. è l'atto di nascita ufficiale del Futurismo, un grande movimento d'avanguardia, italiano ed europeo, che coinvolge tutti i campi dell'espressione umana, dalla letteratura alle arti figurative, dal cinema alla moda, dalla musica all'erotismo. Ne è autore Filippo Tommaso Marinetti, scrittore e poeta italiano alla ricerca di una nuova formula letteraria coraggiosa e ribelle, adatta ai tempi.
Dapprima, con una scrittura fortemente simbolista e biografica, egli illustra la mitica fondazione del movimento: durante una notte di baldoria un manipolo di poeti si lancia in una corsa sfrenata in automobile, che termina con il tuffo di Marinetti nell'acqua fangosa di un'officina. è un bagno fortificante e purificatore, in cui l'automobile si impone come un simbolo di vitalità.
La seconda parte del manifesto contiene invece le linee programmatiche del movimento, ispirate alla filosofia di Schopenhauer, Nietzsche e Bergson: amore del pericolo, coraggio, audacia e ribellione in poesia, aggressività in letteratura contro il sonno del passato, velocità e lotta come nuovi ideali di bellezza; esaltazione del presente e del futuro, delle città moderne con industrie e operai, arsenali e cantieri, stazioni e officine, automobili, locomotive e aeroplani; disprezzo della donna e distruzione di musei, biblioteche, accademie di ogni genere; glorificazione del patriottismo.
Marinetti presenta il suo programma diviso in undici punti numerati che hanno la funzione di esporre gli obiettivi del Futurismo e quello che il movimento rifiuta. Questa suddivisione evidenzia la funzione propagandistica del manifesto, se si tiene conto della sua pubblicazione in un giornale di larga diffusione e del suo linguaggio aggressivo teso a scuotere il lettore e attirarne l’attenzione.
In tutti i punti è implicitamente presente la volontà di potenza di Nietzsche, a partire dall’arte: la poesia futurista è colma di azione e dinamicità e si oppone a quella immobile del passato; viene rifiutata la bellezza classica dell’arte statica e viene presentato un nuovo tipo di bellezza, quello della velocità, che trova il suo apice nell’automobile ruggente e nella potenza delle sue componenti. Marinetti esalta l’aggressività nell’arte, intesa come una lotta, e la guerra stessa, definita igienica, segno di un cambiamento necessario per la vita umana e del predominio dell’uomo sulla natura. A questo elemento si collega anche il disprezzo della donna, intesa come ideale divino che blocca l’evoluzione umana tramite l’amore, figura propria della tradizione letteraria italiana.
E’ dunque evidente il radicale distacco con il passato. Marinetti definisce i futuristi svincolati dallo spazio e dal tempo: essi vivono solo per il presente e per il futuro. Nell’undicesimo punto vengono infatti descritti e celebrati i ritratti delle grandi città moderne, industriali, affollate ed energiche, e dei nuovi potenti mezzi di trasporto. Inoltre i futuristi dichiarano di voler "distruggere i musei, le biblioteche, le accademie", simboli della conservazione della cultura del passato e definiti “cimiteri” e “dormitori”, dove l’uomo viene catturato dall’immobilità delle opere in essi contenute.
Questo è il tema approfondito in maniera più discorsiva subito dopo l’elencazione degli undici punti, con un linguaggio aggressivo e provocatorio presente anche nella parte finale del manifesto, dove viene sottolineata l’importanza del nuovo: dopo un decennio la prima generazione di futuristi cederà il posto a quelli più giovani che, spinti da "violenza, crudeltà ed ingiustizia", elementi che caratterizzano l’arte futurista, uccideranno i loro predecessori, intenti, a loro volta, a distruggere le proprie opere, ormai vecchie e inutili.
è dunque radicalizzato il conflitto generazionale tra la nuova vitalità dei giovani futuristi e gli ideali immobili dei loro padri, che puntano alla stabilità e al benessere. I giovani della nuova generazione che si è legata al movimento futurista, abbracciando la filosofia della volontà di potenza nietzschiana, si sentono in qualche modo superiori ai loro predecessori, rispetto ai quali provano un forte senso di distacco e di lontananza, reso più evidente dai continui riferimenti alle novità tecnologiche del mondo a loro contemporaneo. Il rapporto tra le due generazioni è dunque espresso dall’antitesi tra la macchina ruggente e veloce e l’inutile museo, simbolo di un’immobile ammirazione del passato, contrastante con il continuo movimento delle grandi città industriali.

Relatore: Giacomo Cioni.