Il problema della formazione degli elementi nel cosmo è uno tra i più affascinanti in
campo scientifico. Di tale studio si sono interessati fisici, chimici, astronomi, geologi
ecc.; esso è infatti collegato ad un altro problema ancora più ampio che è quello
dellorigine e dellevoluzione delluniverso.
Mentre sulla terra troviamo una grande quantità di elementi, se consideriamo
luniverso nel suo insieme, solo l1% della sua massa è costituito
dallintera gamma di questi, il 76% è formata da idrogeno e il 23% da elio. Tenendo
presente che lidrogeno è latomo più semplice, viene spontaneo pensare che
tutti gli altri elementi derivino da esso. Ma come si sono originati tali elementi? Si
sono formati in un particolare momento dellevoluzione delluniverso o
continuano a formarsi ancora oggi?
Se consideriamo una delle teorie cosmologiche più note e attualmente la più accreditata
proposta da Gamow nel 1946, nota come teoria del Big-Bang (grande scoppio) il nostro
universo avrebbe avuto inizio 15/20 miliardi di anni fa dallesplosione immane di un
nocciolo di materia supercondensata (luovo primigenio), che espandendosi e
raffreddandosi avrebbe determinato la sintesi di particelle sub atomiche, poi dei nuclei
degli elementi chimici leggeri che proiettati tuttintorno, avrebbero iniziato allora
quella fuga verso lesterno che per moltissime di esse dura tuttora.
Che cosa sarà accaduto nei primi istanti di questo apocalittico evento, allinterno
della massa primordiale in rapida espansione e raffreddamento? Quali "fusioni"
avranno determinato gli urti violentissimi tra particelle? Se di fusione si è trattato,
da esse può essersi formato certamente solo il nucleo
dellelemento più semplice e leggero, lidrogeno. Tutti gli altri indubbiamente
avrebbero richiesto condizioni di pressioni e temperatura ancor più elevate.
Oggi si ritiene che queste condizioni propizie siano presenti nei nuclei delle stelle e
che, proprio in questi ultimi, continui ancora il processo "creativo" di fusione
degli elementi con massa superiore allidrogeno. Ciò accadrebbe, in particolare,
nelle stelle che si trovano in una fase avanzata della loro evoluzione, le giganti rosse,
le stelle a neutroni (pulsars) ecc.
Una conferma sperimentale di tale teoria viene dallosservazione delle righe
spettrali del tecnenzio (Z=43)presenti nella luce proveniente da alcune giganti rosse.
Tale elemento, con periodo di semivita molto breve, non è presente nella crosta
terrestre, ma viene prodotto artificialmente. Tenendo presente che le giganti rosse sono
certamente molto più antiche della terra, è impossibile che questo atomo, eventualmente
presente allorigine, non sia nel frattempo decaduto. Quindi, lunica
spiegazione plausibile della sua presenza è che nella stella avvengano reazioni nucleari che lo
producono, rinnovandolo in continuazione.