Introduzione: Società Preindustriale

Il termine "rivoluzione industriale" venne coniato dal filosofo tedesco Karl Marx, ma per ragioni ideologiche venne bandito per decenni dai circoli accademici in tutta Europa. Come il termine stesso indica, si tratta di una rivoluzione, un cambiamento repentino dovuto all'accumularsi di elementi propizi. Tuttavia, storici come Rostow preferiscono parlare di "decollo", inteso come un processo che si autosostiene ed autogenera. La definizione che ne dà Hobsbawn è che, in questo processo, vennero sviluppate le condizioni che moltiplicarono le capacità produttive della società umana, che da allora in poi, furono in grado di perseguire un costante, rapido e, fino ad oggi, illimitato incremento demografico, dei beni di consumo e dei mezzi di produzione. Nessuna società precedente era stata capace di strappare il freno imposto alla produzione da una struttura sociale preindustriale, da una scienza e da una tecnica deficienti e dalle conseguenti periodiche sconfitte. Ma il problema di maggior rilievo consiste nel capire perché il fenomeno ebbe origine in Inghilterra proprio in quegli anni. Nella fattispecie, la situazione della Gran Bretagna preindustriale, e in genere di tutte le altre società, era la seguente:

Nell’Inghilterra della metà del XVIII secolo una serie di fattori istituzionali (il liberalismo politico), sociali (l’esistenza di una notevole mobilità degli individui e dei mestieri, la liberazione dai vecchi vincoli corporativi) e culturali (l’affermazione di valori che favorirono l’impresa capitalistica) resero possibile lo sfruttamento di condizioni materiali quali l’abbondanza di carbone e ferro nel sottosuolo, il clima umido favorevole alla lavorazione del cotone, l’abbondanza di corsi d’acqua. D’altra parte questi soli elementi non sarebbero stati in grado di innescare il processo di rivoluzione industriale, per il quale concorrono anche i seguenti fattori:

Questa era soltanto una situazione di partenza che si evolse, tra il 1780 e 1840, in merito al configurarsi di uno stadio di continuo sviluppo, tale da autosostenersi e autoalimentarsi, che si articola in una serie di “microrivoluzioni”  interdipendenti, ognuna con le sue correlazioni di causa e di effetto: rivoluzione demografica, rivoluzione agricola, rivoluzione commerciale, rivoluzione dei trasporti, rivoluzione della tecnica, rivoluzione del lavoro. (Cartiglia)