I bambini gemelli che arrivavano ad Auschwitz da tutta Europa
venivano selezionati da Mengele in persona: aggirandosi lungo le fila
dei prigionieri gridando "Zwillinge heraus" ("Fuori i gemelli").
Una volta arrivate alle baracche che avrebbero dovuto ospitarli per
prima cosa venivano esaminati e misurati dalla testa alle punta dei
piedi. Se anche fosse mancato il minimo particolare il medico addetto
alla misurazione (solitamente un prigioniero) sarebbe stato punito.
Venivano richieste loro informazioni sulla famiglia secondo un
formulario preparato dal professor Verschuer cui poi venivano spediti i
fascicoli. A differenza di tutti gli altri prigionieri ai gemelli era
consentito di mantenere i capelli lunghi per diversi giorni dopo
l'esame. Dopo essere stati selezionati sulla banchina dei treni erano
sottoposti ad una doccia per poi essere condotti nell'ambulatorio
medico.
Gli esami iniziavano dalla testa che veniva misurata accuratamente anche
per più giorni. Successivamente erano sottoposti ad un esame completo ai
raggi X in tutto il corpo. Solitamente poi era applicata loro una specie
di tubo al naso che insufflava nei polmoni un gas provocando una tosse
violenta. Seguiva poi una fase nella quale i bambini erano fotografati
con particolare attenzione ai capelli e ai peli delle ascelle. Per
questo motivo erano costretti a rimanere immobili per molte ore con le
braccia alzate.
Il giorno successivo erano svegliati di mattina presto e condotti in una
stanza nella quale vi era un tino con acqua calda e una serie di tavole.
Dapprima erano costretti ad immergersi nel tino e poi, venivano legati
ad una tavola in modo che i capelli ricadessero all'esterno. Una parte
dei capelli veniva strappata in modo da estrarne anche la radice. Dopo
questa operazione erano reimmersi nel tino parecchie volte e
l'operazione veniva ripetuta diverse volte. Infine, quando il numero di
capelli raccolti era stata ritenuta sufficiente, i bambini erano
completamente rasati, depilati e nuovamente fotografati.
La fase successiva consisteva nel praticare clisteri di due litri
dolorosissimi. In diversi giorni venivano sottoposti ad esami rettali e
gastrointestinali senza alcuna anestesia. Solitamente, a causa delle
urla di dolore, venivano imbavagliati.
Il giorno successivo era la volta di un doloroso esame urologico con
prelevamento di tessuti dai reni, dalla prostata e (nei maschi) dai
testicoli.
Dopo tre settimane di esami i due gemelli venivano uccisi
simultaneamente con un'iniezione al cuore; i cadaveri venivano
dissezionati e gli organi interni inviati al professor Verschuer
all'Istituto di ricerca biologico-razziale di Berlino.
Questa orribile trafila rappresentava la norma ma Mengele stava
conducendo sui gemelli studi suoi in relazione a progetti condotti da
Verschuer e dai suoi collaboratori.
Bambini zingari usati come cavie dai medici nazisti.
Uno di queste passioni riguardava le anomalie dell'apparato visivo.
Mengele si interessava particolarmente alla eterocromia, uno
scoloramento dell'iride dell'occhio causato da atrofia del pigmento.
Questa patologia presenta e comporta una colorazione dell'iride chiara,
blu acqua ad un solo occhio.
Il suo obbiettivo era trovare il modo di influire sul colore degli occhi
trasformandoli da scuri ad azzurri. Per far questo iniettava nell'iride
metilene blu. Il risultato erano atroci sofferenze, cecità e nessun
cambiamento.
A Berlino Verschuer ed il suo assistente, il biochimico Gunther Hillmann,
si interessavano allo studio delle proteine del sangue e inseguivano
il
sogno di riuscire a trovare una differenza sostanziale tra il sangue
degli ebrei e quello degli ariani. Per questo Mengele si impegnava
nell'operare prelievi di sangue da inviare a Berlino. Spesso il prelievo
di sangue era totale e terminava soltanto con la morte del bambino.
Mengele si accorse che i bambini zingari venivano particolarmente
colpiti da una malattia chiamata "noma" una cancrena che aggredisce il
viso: credeva che questa particolare esposizione alla malattia fosse
dovuta a predisposizione razziale, la quale colpiva particolarmente
soggetti in precarie condizioni di alimentazione e, quindi, era chiaro
che era dovuta alle condizioni del campo.
Mengele, anziché curare i bambini, lasciva che la malattia proseguisse
il suo corso prelevando con il bisturi campioni di tessuto da studiare.
Quando lo studio era terminato i bambini venivano "pietosamente" avviati
alle camere a gas.