I LIMITI DELLA RAGIONE NELLA FILOSOFIA DI PASCAL

Filosofo, matematico e scienziato, Pascal (SB) è una delle più significative figure nella cultura del seicento, la sua filosofia non è una filosofia sistematica; per comprenderla si deve far riferimento al Giansenismo (D) che ebbe un’influenza decisiva nel suo pensiero. Connessi al problema di Dio, vi sono altri elementi argomenti fondamentali come il senso della vita, il "divertissement", lo "esprit de géométrie" e lo "esprit de finesse", ed è proprio su questi ultimi tre che porremo maggiormente l'attenzione. Pascal ritiene infatti che nei confronti dei problemi esistenziali l'atteggiamento della mentalità comune sia il "divertissement", che consiste nel concentrarsi in "qualcosa" che ci distolga dai problemi fondamentali dell'uomo (chi siamo?, che significato ha la nostra esistenza?, ecc…). In sostanza il "divertissement" sono le occupazioni quotidiane, il non pensare, l'evitare di concentrarsi sui problemi fondamentali dell'uomo; ciò costituisce una fuga continua da noi stessi che non genera felicità, ma ci risulta piacevole e ci fa smarrire fino a condurci insensibilmente alla morte.

Pascal distingue nell’uomo l' "esprit de géométrie" e l' "esprit de finesse"; il primo è la ragione, intesa nell'accezione cartesiana di "ragione pesante", che si rende strumento fondante. Contro il generale ottimismo (D) nei confronti della ragione Pascal sottolinea che l'uomo è ragione, ma non vi si esaurisce perché non è in grado di giustificare se stessa. Allo spirito di geometria piuttosto, si deve affiancare lo spirito di finezza che si fonda sul "cuore" nell'accezione pascaliana del termine ed è prioritario in quanto gli stessi principi primi della matematica si fondano su di esso." L'uomo è mistero a se stesso", questa espressione rende bene l'idea dei limiti della ragione nella filosofia di Pascal.

Vi sono quindi fondamentalmente due limiti della ragione: l'esperienza e l'indimostrabilità dei principi primi. Il primo è un elemento con il quale la ragione si deve "confrontare", nel senso che frena e circoscrive i suoi "poteri" che non sono mai assoluti, a differenza di quanto Cartesio (SB) e i cartesiani sostenevano nel loro deduzionismo aprioristico. Dall'altro lato l'esperienza è un punto di forza di Pascal poiché lui è galileianamente e anti-cartesianamente un fautore del metodo sperimentale.

L'altro limite costituito dalla indimostrabilità dei principi primi della scienza, è dato dal fatto che le nozioni base del ragionamento scientifico, come lo spazio, il tempo, il movimento, ecc…, sfuggono allo spirito di geometria poiché non risulta mai possibile una regressione all'infinito (D) dei concetti. Per questo motivo ci si deve obbligatoriamente arrestare a dei principi primi, che sono il limite oltre il quale non si può procedere, ma quello da cui si deve partire.

È però nell'ambito dei problemi esistenziali che la ragione opera un completo fallimento. L'antagonismo fra ragione e "cuore", cioè il prima citato dualismo tra spirito di finezza e spirito di geometria, rappresenta la conoscenza nella sua completezza. Una parte di essa è costituita dalla comprensione istintiva, il cuore appunto. "Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce".

Spirito di

si basa su

ha per oggetto

Finezza

Sentimento e intuito

L'uomo

Geometria

Processi dimostrativi

Cose esteriori e enti astratti della matematica

Lo spirito di finezza comprende intuitivamente, quello di geometria ragiona intellettualmente. Il limite maggiore della scienza è il fatto che di fronte agli interrogativi umani essa risulta muta ed estranea.

Tuttavia nel pensiero di Pascal non sono solo la scienza e la ragione ad avere dei limiti conoscitivi. Anche la filosofia infatti ha i propri limiti come quelli riferiti alle dimostrazioni razionali di Dio, che non sono possibili quindi inutili ed astratte.

Relatori:
Filippo Antonelli, Luca Torre