Diga di Montedoglio
Lidea di creare una diga a Montedoglio nasce negli anni sessanta come risultato di una serie di studi effettuati da esperti dellEnte Autonomo per la Bonifica, lIrrigazione e la Valorizzazione Fondiaria nelle provincie di Arezzo, Perugia, Siena e Terni, che dal 1991 è denominato "Ente Irriguo Umbro-Toscano". Il progetto doveva rappresentare la soluzione del "Piano Generale Irriguo per lItalia Centrale", prevedendo un complesso sistema di dighe, gallerie, laghetti e canali da realizzare per uno sviluppo moderno dellagricoltura nei terreni di pianura e di dolce collina appartenenti ai bacini superiori del Tevere e dellArno nelle provincie di Arezzo, Perugia, Siena e Terni. Il progetto irriguo è sorto soprattutto con lo scopo di incrementare e valorizzare la produzione agricola assicurando continuità di approvvigionamento idrico per fare fronte alle ricorrenti siccità estive, coinvolgendo migliaia di aziende agricole in opere di ristrutturazione fondiaria avvalendosi di fondi disposti dalla CEE e dallo Stato Italiano anche tramite le Regioni. Anche se solo in parte, per gli insufficienti finanziamenti, lEnte Irriguo ha realizzato alcune opere di rimboschimento, viabilità interpoderale, ed aziendale, impianti irrigui. Quindi alla principale finalità di utilizzo agricolo, si è aggiunto poi negli anni lesigenza di gestire luso delle acque degli invasi anche per scopi civili, industriali, ambientali ed energetici.
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Linvaso di Montedoglio, che costituisce sicuramente unopera imponente di ingegneria idraulica, si sviluppa dalla stretta della collina di Montedoglio per una lunghezza di circa sette chilometri e mezzo fino ad estendersi nelle valli del Singerna e del Tignana, rispettivamente in destra e sinistra idrografica per tre chilometri, coprendo una superficie di oltre 800 ettari. Oltre la diga principale è stato necessario anche costruire uno sbarramento secondario a S. Pietro in Villa dove la strada statale 3 bis che porta a Pieve S. Stefano si trova, per un tratto, ad una quota di alcuni metri sotto il livello di massimo invaso. Il progetto del serbatoio di Montedoglio fu redatto nel 1971 dal Prof. Filippo Arredi e dallIng. Ugo Ravaglioli; i lavori di costruzione della diga e del primo tronco di derivazione, iniziati nel 1977 si sono protratti fino al 1993. |
Primi lavori per la costruzione della Diga |
Nel 1990, ottenuta lautorizzazione dal Servizio Nazionale Dighe, sono iniziate le operazioni sperimentali di invaso che hanno permesso un accumulo annuale di poco più di 10 milioni di mc. di acqua. Grazie a ciò è stato possibile iniziare i primi programmi di restituzione al fiume, indispensabili non solo per le sue esigenze biologiche ma anche per quelle agricole.
Linvaso dovrebbe avere un bacino idrografico di Kmq 302,7 (comprendendovi anche lattiguo bacino del Sovara ) e, a regime, il volume totale di acqua contenuta dovrebbe raggiungere il valore di circa 145 milioni di metri cubi rappresentando così una delle più grandi opere del genere in Europa. Il progetto del Prof. Arredi, una volta definito, mirava a risolvere lannoso problema della irrigazione della Valdichiana tosco-umbra con lutilizzo delle acque di Montedoglio impinguate da quelle del Sovara, integrando il sistema della Valtiberina (risolto nella sua parte alta, Sansepolcro e Città di Castello dallinvaso di Montedoglio e in seguito dallinvaso nel Singerna) con altri bacini sul fiume Chiascio a Valfabbrica e sul Torrente Carpina a Montone. Storicamente il progetto Arredi ha dei precursori nei progetti Cassi e Pasquali, tesi a risolvere il problema irriguo della Valdichiana aretina, senese e delle zone agricole perugine del lago Trasimeno. Il progetto Cassi aveva infatti indicato nellattingimento del Lago Trasimeno, arricchito con altri apporti, la soluzione del problema; nel primitivo disegno Pasquali che risale al dopoguerra, invece si era pensato di impinguare con le acque del Tevere il Trasimeno, facendone un bacino di raccolta di tutte le acque per lirrigazione dellintera Valdichiana e delle vallate contermini. Data la grave crisi idrica del Trasimeno che rischia la sua sopravvivenza, è stata ventilata di recente la possibilità di realizzare unadduzione di acque da Montedoglio al lago per evitarne il prosciugamento: insomma, ora che linvaso di, Montedoglio cè, basta aspettare per vederne tutte le possibili utilizzazioni, previste o, almeno per ora, impreviste.