Diffusione
La rivoluzione dei trasporti, che ebbe il suo momento
decisivo intorno alla metà dell'Ottocento, non ebbe solo conseguenze di ordine
economico, ma influenzò significativamente abitudini e modi di pensare della
gente comune: dei borghesi che commerciavano o viaggiavano, ma anche dei ceti
popolari (lavoratori che emigravano, manovali impiegati nelle costruzioni
ferroviarie, contadini che vendevano i loro prodotti sul mercato).
La stessa immagine del mondo cambiò radicalmente, come avvenne ai tempi delle
grandi scoperte geografiche; l'idea di un mondo unito, le cui parti erano legate
tra loro da stretti rapporti di interdipendenza, cominciò a farsi strada nella
coscienza collettiva. Nel 1850, le ferrovie avevano già alle spalle alcuni
decenni di storia. La tabella sotto riportata illustra la diffusione cronologica
dei mezzi su rotaia dal 1825 al 1856:
Anno | Paese | Tronco | Lunghezza km |
1825 | Inghilterra | Stockton – Darling | 44 |
1830 | Austria – Ungheria | Praga – Lana | 35 |
1832 | Francia | S. Etienne - Lyon | 56 |
1835 | Belgio | Bruxelles - Malines | 17 |
1835 | Germania | Nuremberg - Furth | 6 |
1837 | Russia | S. Petersbourg - Tsarkoje Selo | 27 |
1839 | Olanda | Amsterdam - Harlem | 18 |
1839 | Italia | Napoli - Portici | 8 |
1847 | Svizzera | Zurigo - Baden | 24 |
1847 | Danimarca | Copenaghen - Roskilde | 30 |
1848 | Spagna | Barcellona - Mataro | 28 |
1854 | Norvegia | Oslo - Eidsvoll | 68 |
1856 | Svezia | Nora - Ervalla | 15 |
1856 | Portogallo | Lisbona - Carregado | 36 |
La prima locomotiva di Stephenson era stata realizzata nel 1814. Il
primo tronco ferroviario, da Stockton a Darlington, in Inghilterra,
era stato inaugurato nel 1825. Negli anni '30 e '40, molte linee ferroviarie
erano state aperte in Europa e nel Nord America; ma si trattava per lo più di
linee di limitata estensione, che non giungevano a formare delle reti capaci di
collegare fra loro i centri principali. All'inizio degli anni '50 dell'Ottocento
esistevano in tutto il mondo circa 40000 km. di ferrovie: 15000 negli Stati
Uniti e 25000 in Europa (di cui 11000 nella sola Gran Bretagna) Dieci anni
dopo, l'estensione della rete ferroviaria mondiale era quasi triplicata (110000
km, di cui più della metà nel Nord America). La crescita continuò, con un
ritmo di poco inferiore, nei due decenni successivi (oltre 200000 km nel 1870 e
370000 nell'80), favorita dai grandi progressi dell'ingegneria civile, che
permisero di superare gli ostacoli naturali e di portare le linee ferroviarie
anche nelle zone più impervie. Nel 1854 fu inaugurata la prima linea
transalpina, la Vienna -Trieste.
Tre anni dopo, cominciarono i lavori del primo grande tunnel delle Alpi, il
Frejus, lungo 13 km, che, una volta completato nel 1870, avrebbe abbreviato di
24 ore i collegamenti fra l'Italia e l'Europa del Nord. Ma gli sviluppi più
spettacolari si ebbero negli Stati Uniti, dove le costruzioni ferroviarie
accelerarono notevolmente la conquista dei territori dell'Ovest (nel'69 fu
aperta la prima linea transcontinentale da New York a San Francisco). Fra il
1860 e il 1880, le ferrovie penetrarono in vaste aree dei continenti
extraeuropei, soprattutto nelle colonie britanniche (India e Australia) e
nell'America Latina. Restavano ancora escluse dalla rivoluzione dei trasporti
buona parte dell'Asia e l'intera Africa. Da notare che già a partire dal secolo
scorso ci si poneva il problema della mobilità sostenibile e quindi
dell'impatto ambientale del sistema dei trasporti. Nonostante le resistenze dei
tradizionalisti - che vedevano nella strada ferrata e nella locomotiva
un'offesa e una sfida all'equilibrio della natura o un pericolo per la salute
pubblica - il treno a vapore si affermò facilmente sugli altri mezzi di
trasporto via terra, sia grazie alla sua velocità, sia in virtù della sua
comodità. I viaggi cominciarono ad essere misurati in ore, anziché in giorni o
settimane, e l'idea dello spostamento non fu più inevitabilmente associata a
quella del disagio fisico. La storiografia fa risalire la nascita della ferrovia
al 15 settembre 1830, data dell'apertura della linea Liverpool -
Manchester. Innegabile è che tutti gli elementi del nuovo mezzo di
trasporto sono già presenti: la locomotiva, il materiale mobile per il
trasporto dei passeggeri e delle merci, nonché la strada ferrata e le sue opere
d'arte. Le prime rotaie di legno ad essere ricoperte di ghisa sono quelle
installate nelle miniere inglesi a partire dagli anni 1767-1770.
Successivamente, nel 1789, William Jessop inventò una rotaia saliente che
prefigurava quelle "a ventre a pesce" apparse nel 1816: a
quell'epoca erano fabbricate in ferro e non erano molto resistenti ma, laddove
vennero utilizzate, come in Inghilterra, permettevano ai cavalli di rimorchiare
dei vagoni carichi di carbone dalle miniere fino alle coste o ai canali. Il
percorso tecnologico che portò alla famosa locomotiva Rocket
("Razzo") costruita dagli Stephenson (1829) appare più
laborioso. La trasformazione della macchina a vapore in un'automotrice capace di
viaggiare su binari dovette superare numerosi ostacoli, derivanti sia dalla
ricerca di meccanismi idonei a fare muovere le ruote, sia dalla trasformazione
dell'acqua in vapore in quantità sufficiente. Occorreva perciò concepire una
macchina resistente, per sopportare le scosse dovute al movimento, ma
relativamente leggera, in modo da non danneggiare le rotaie. Queste tre
condizioni si ottennero in Inghilterra alla fine degli anni 1820 ed è a partire
dall'esperienza britannica che la realizzazione delle prime linee ferroviarie si
estese poi ad altri paesi sia pur in maniera ancora empirica. Questo processo di
adattamento avvenne progressivamente in un contesto economico e
tecnico-scientifico le cui origini risalivano al secolo precedente. Da un lato,
vi era un'economia industriale che sperimentava le macchine; dall'altro, c'era
una schiera di ingegneri, per lo più civili che si cimentavano con una vera e
propria sfida per dare una risposta positiva sia alle difficoltà di trasporto
delle merci che assillavano quotidianamente le imprese, sia ai problemi più
generali di spostamento dei passeggeri da un luogo all'altro, specialmente nelle
regioni o nei paesi dove i mezzi di trasporto tradizionali non erano più adatti
alla domanda. In altri casi, lo sviluppo delle ferrovie può essere considerato
anche una soluzione all'arretratezza economica o all'integrazione delle
varie economie nelle correnti del commercio internazionale. Il
finanziamento delle strade ferrate pose dei problemi del tutto nuovi, tant'è
che sotto questo aspetto si venne determinando una vera e propria cesura con il
passato.
La loro costruzione richiedeva infatti capitali enormi, senza proporzione alcuna
persino con quelli richiesti per le più importanti attività industriali o
commerciali dell'epoca. All'inizio le soluzioni adottate furono diverse:
l'esempio inglese favorevole alla concessione a società anonime non venne
seguito dappertutto sul continente europeo. Tra intervento pubblico e iniziativa
privata non era facile scegliere quale fosse la soluzione migliore, e i
dibattiti al riguardo nel corso degli anni 1830 e 1840 attestano appunto le
incertezze e le esitazioni che ancora sussistevano in quell'epoca. In ogni caso
i governi, quantomeno come garanti dell'ordine pubblico, giunsero presto ad
avere molta voce in capitolo, dovendo definire alcune regole ben precise per la
sicurezza dei trasporti.
Dalla linea alla rete ferroviaria
Con la realizzazione delle prime linee nel nord della
penisola italiana, le autorità pubbliche e le istituzioni economiche
intendevano conseguire i benefici e i vantaggi che sarebbero potuti scaturire da
un considerevole commercio di transito tra il Mediterraneo e l'Europa
occidentale e centrale. Lo aveva ben compreso il conte di Cavour per primo,
tant'è che, con il primo tronco Torino-Moncalieri, aperto al traffico, nel
1848, e poi con i successivi tratti via Alessandria, la capitale venne collegata
allo scalo marittimo di Genova. La linea Venezia-Milano, realizzata tra il 1842
e il 1857, e quella da Firenze a Livorno via Empoli e Pisa (1841-1846)
vennero concepite con lo stesso obiettivo.
Inoltre, sin dagli anni 1840, il governo di Torino affrontò il problema
dell'attraversamento delle Alpi progettando il collegamento delle linee
piemontesi Torino-Susa e Alessandria- Arona alle linee francesi e
svizzere.
I primi lavori di costruzione del traforo del Cenisio tra Bardonecchia e Modane
furono iniziati nel 1857, ancor prima che fosse messa a punto la macchina
perforatrice ad aria compressa dagli ingegneri Sommeillier, Grandis e Grattoni.
Nel Lombardo-Veneto, Trieste venne collegata sin dal 1854 con Vienna
grazie alla prima ferrovia transalpina del Sommering che il governo austriaco
realizzò per assicurare all'Impero asburgico uno sbocco marittimo
sull'Adriatico.
In Inghilterra, sin dal 1833, in seguito al successo finanziario della
Liverpool-Manchester, il ritmo delle costruzioni venne intensificandosi con i
primi collegamenti interregionali ( trunk lines) tra Londra, le Midlands e il
Lancashire. Dal 1837, la Great Junction Railway permetteva di collegare
Birmingham alla Liverpool-Manchester; un anno dopo, era stata aperta al traffico
anche la linea tra Londra e Birmingham. Dalla capitale si poteva raggiungere
anche Southampton dal 1840, e Brighton e Bristol dal 1841.
Una seconda " rail-mania", tre volte superiore alla precedente, si
manifestò negli anni 1844-1847, durante i quali ben 225 Acts votati dal
Parlamento autorizzarono la costruzione di oltre 4800 chilometri di nuove linee
affluenti delle principali o concorrenziali. Più di 4000 chilometri vennero poi
costruiti entro il 1848, così che alla metà del secolo la rete inglese si
estendeva su 10600 chilometri.
La capitale britannica era ormai collegata a Plymouth, Holyhead, Glasgow,
Edimburgo e Aberdeen. Per il resto del territorio, solo la Scozia e il Galles
non erano percorsi dal nuovo mezzo di trasporto.
In Francia, mentre stava per essere portata a compimento la costruzione di
piccole linee "sperimentali", come la Parigi-Le Pecq-Saint-Germain, la
Parigi-Versailles Rive droite (via Asnieres) e la Parigi-Versailles Rive gauche,
tre importanti ferrovie vennero date in concessione: la Strasburgo-Basilea (135
km) aperta interamente nel settembre 1841; la Parigi-Rouen (128 km) e la
Parigi-Orleans. Sennonché, la crisi del 1839 e le incertezze sulla politica
ferroviaria da seguire misero fine a questo primo slancio.
Un secondo boom si manifestò negli anni dal 1843 al 1846, allorché vennero
concesse 16 linee, fra cui la Orleans-Bordeaux, la linea tra Parigi e la
frontiera belga, e quella da Parigi a Lione.
Negli Stati Uniti, dove una sola linea a lunga distanza era stata aperta nel
1840 - quella tra Worcester e Albany -, il nuovo mezzo di comunicazione venne
considerato sempre più la leva per eccellenza della strutturazione dello
spazio. Nella seconda metà degli anni 1840, la costruzione di un organico
sistema ferroviario prese un avvio decisivo nella Nuova Inghilterra e nel Sud
del Paese, mentre tra il 1851 e il 1854 vennero realizzate le grandi linee di
congiunzione tra la costa atlantica e le regioni situate a est del Mississippi
(come quelle dell'Erie, la Baltimora-Weeling, la Pennsylvania tra New York e
Chicago, la New York Central). La lunghezza della rete americana, giunta ad
un'estensione di 14000 chilometri, rappresentava quasi il 60% delle strade
ferrate mondiali.
Fonti:
- G. Vicuna, Organizzazione e tecnica
ferroviaria, Roma, Collegio ingegneri ferroviari italiani, 1993
- UTET Grande dizionario enciclopedico
-
www.itis.jesi.ancona.it/Areap/classe4/gruppo1/sviluppo_dei_trasporti.htm
-
www.itis-setificio.co.it/allievi/vajont/nasferrov.html