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Solo un uomo
superiore può resistere alla notizia della morte di Dio e al
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conseguente
crollo di tutte le certezze. Il Superuomo è colui che riesce a reggere
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la
morte di Dio, che sa vivere la vita con spirito
dionisiaco, che sa far propria la
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teoria
dell’eterno ritorno, che si pone al di là del bene e del male. Il Superuomo è
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dunque un essere
a metà tra spirito forte e libero e uno avventuroso, più distruttivo
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che costruttivo.
Egli “dona virtù”; è gioioso
ma conosce anche le verità più orribili,
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di
fronte alle quali non si nasconde. Il Superuomo deve essere fedele alla terra:
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poiché Dio è
morto, l’unica realtà possibile è la vita terrena. In Così parlò
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Zarathustra (scritto tra il 1883 ed il 1885) Nietzsche illustra anche la teoria
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dell’eterno
ritorno (legata ad una concezione ciclica della storia) e la teoria della
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volontà di
potenza (quella cioè che permette al Superuomo di creare da sé nuovi
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valori). La
natura dei temi, lo stile aforistico e alcune vicissitudini legate alla
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pubblicazione de
La volontà di potenza e dell’ Epistolario hanno fatto sì che le
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interpretazioni
del pensiero di Nietzsche fossero le più disparate e controverse.
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Così, di volta in
volta, Nietzsche è stato visto come “l’antipositivista”,
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“l’antidemocratico”,
“l’artista aristocratico e decadente” e soprattutto come “profeta
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del
nazismo, della violenza militaristica e della superiorità della razza
ariana”.
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