La critica alla morale cristiana e la " morte di Dio" in Nietzsche
Lopera di Nietzsche svolge con particolare forza e decisione la
critica al cristianesimo, e contemporaneamente porta lateismo alle estreme
conseguenze per luomo. La sua critica si rivolge in maniera particolare alla morale
e alla civiltà cristiane.
Lobiettivo è quello di mostrare, come già nel giovane Hegel, in che modo il cristianesimo sorga dal risentimento di una civiltà, quella ebraica, di fronte al dominio romano, e conseguentemente sviluppi una tavola di valori che si oppongono alla naturalezza della vita, al suo aspetto dionisiaco. Questultimo concetto è fondamentale per il filosofo, egli nel tentativo di fondare storicamente la sua critica si rivolge allantico mondo greco, in cui il dionisiaco rappresentava uno dei due impulsi di questa civiltà (laltro è lapollineo). Il dionisiaco è lesplosione piena dellimpulso vitale ed è in grado di cogliere il senso caotico del divenire, rappresenta listinto e lirrazionalità ed artisticamente si esprime con la musica. La discussione dellapollineo e del dionisiaco costituiscono un ampia problematica in Nietzsche, che analizza il loro rapporto attraverso la storia della civiltà greca, qui è stato citato il dionisiaco solo in quanto rappresenta per il filosofo lideale dellaccettazione della vita a cui il cristianesimo si oppone.
Riguardo al rovesciamento di valori operato dal cristianesimo, Nietzsche individua prima di tutto la morale che caratterizzava il mondo classico prima del suo avvento. Questa morale era espressione di unaristocrazia cavalleresca, che in quanto tale raccoglieva in sé la vitalità, la forza, la gioia. Accanto alletica dei guerrieri erano presenti anche i sacerdoti, i quali erano rappresentanti di unetica totalmente opposta. Se i primi esprimevano la completa affermazione delluomo e del corpo, i sacerdoti perseguivano le virtù dello spirito. I sacerdoti però essendo uomini non potevano estinguere dalla propria natura i sentimenti vitali, così il risentimento verso i guerrieri che di questi erano piena espressione diviene invidia e desiderio di rivalsa. La casta dei sacerdoti non era in grado di affermarsi sul piano degli stessi valori guerrieri, così fu costretta ad elaborare una serie di valori antitetici.
Ecco quindi che il valore supremo diviene lo spirito, allaffermazione si contrappone labnegazione e il sacrificio di sé, allorgoglio lumiltà e alla sessualità la castità.
Storicamente questo processo è rappresentato dagli ebrei che oppongono ai romani "lodio dellimpotenza" e rovesciano lequazione dei valori: << ovverosia i miserabili sono soltanto i buoni; solo i poveri, gli impotenti, gli umili sono i buoni; i sofferenti, gli indigenti, gli infermi, i deformi sono anche gli unici devoti .. >>. Questa morale è finita per conquistare le masse ed è divenuta cristianesimo, ha saputo capovolgere i valori dellantico mondo e di Roma; in definitiva si è posta contro la stessa vita.
Proprio per il suo carattere anti - vitale il cristianesimo ha prodotto un uomo che nel continuo tentativo di reprimere i suoi istinti naturali come la gioia e i piaceri naturali, fondamentali dellesistenza, è malato e represso. Gli istinti che il cristiano non scarica allesterno si rivolgono necessariamente al suo interno e, al di là della sua apparente serenità, egli è tormentato e nasconde in sé una forte aggressività e sentimento di vendetta contro il prossimo.
Unaltra conseguenza di questo processo è il peccato e il senso di colpa, comparsi per opera del cristianesimo in un mondo che in precedenza non li conosceva. Con essi il cristiano spiega il proprio stato di dolore perché << le ragioni sollevano >>, e << quando si ha un perché nella vita, ci si adatta ad ogni come >>.
Nietzsche rivolge la sua critica non tanto al cristianesimo come dottrina puramente teologica, ma al cristianesimo storico e soprattutto al cristianesimo posto nellepoca moderna. Come già Feuerbach, Marx e Kierkegaard egli ha colto lincompatibilità della realtà moderna così mondanizzata con il cristianesimo. Se una volta essere cristiani poteva significare essere malati, oggi risulta indecoroso. << Quando si abbia anche la più modesta pretesa di onestà, si deve oggi sapere, che un teologo, un prete, un papa non soltanto si sbagliano, ma mentiscono ad ogni parola che dicano, e che oggi non è più loro lecito di mentire per "innocenza" o "ignoranza" Ognuno lo sa, e ciò nonostante tutto rimane come in antico Ogni pratica di ogni momento, ogni istinto, ogni valutazione che si traduce in realtà è oggi anticristiana: luomo moderno deve essere un aborto di falsità, per non vergognarsi con tutto ciò di chiamarsi ancora cristiano. >>.
Giunti a questo punto Nietzsche non può che affermare "la morte di Dio", concetto apparentemente paradossale ma che esprime tutta la forza della sua critica. In Dio non cè solo: << dichiarata inimicizia alla vita, alla natura, alla volontà di vivere! >>, ma rappresenta insieme anche tutte quelle certezze metafisiche che per secoli hanno cercato di dare un ordine e un senso al mondo: << Dio, la formula di ogni calunnia dell"aldiqua", di ogni di ogni menzogna dell"aldilà" >>.
Egli, come Schopenhauer, ha una visione del mondo dominato dalla sofferenza e dallirrazionalità; il tentativo delluomo di dargli un ordine metafisico o religioso è solo una costruzione della sua mente che tenta di ovviare allinsicurezza e alla durezza dellesistenza. Il carattere sdivinizzato del mondo è così evidente per il filosofo da confutare esso stesso lesistenza di un Dio e di una provvidenzialità, della quale, in realtà, luomo si è voluto convincere per poter sopravvivere.
In questo senso il famoso annuncio della morte di Dio diviene fondamentale per due conseguenze:
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il messaggio della morte di Dio, tuttavia ancora in corso per luomo che lo deve comprendere in tutta la sua portata; |
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le conseguenze esistenziali che il vero ateismo, non quello superficiale dei più, produce in prospettiva del nichilismo. |
Lateismo prospettato da Nietzsche è drammatico perché insieme a Dio perisce ogni certezza. Cogliere questo è difficile per luomo, il quale messo da parte Dio trova immediatamente altri idoli da adorare in quanto il vuoto lasciato dal cristianesimo è incolmabile.
Hegel ha fatto lultimo estremo tentativo di mediare il cristianesimo col mondo attraverso lo spirito nella storia, tuttavia egli aveva in un certo senso criticato la religione e fu per Nietzsche il ritardatore << dellonesto ateismo >>. Anche i filosofi posteriori come Feuerbach o Strauss furono secondo lui << mezzi preti >> o ancora teologi, in quanto ancora attaccati al protestantesimo. Nietzsche sostiene che la stessa teologia protestante ha accolto in se una parte dellateismo scientifico della filosofia; il protestantesimo è decaduto presentandosi ora come per metà teologia e per metà filosofia. Limmoralismo del filosofo, inteso come rovesciamento della morale cristiana, è visto da lui come la estrema conseguenza del processo della stessa morale cristiana. Essa si è autoannientata prima con la Riforma sotto forma di dogma cattolico, ora come morale. Lateismo <<incondizionatamente onesto >> non è quindi in antitesi allideale cristiano, ma ne rappresenta una delle sue ultime fasi di sviluppo, una delle forme finali e intime conseguenze. << Esso è la catastrofe che, incute rispetto, di una bimillenaria disciplina alla verità, che alla fine proibisce a se stessa la menzogna di credere in Dio. >>.