Georg Wilhelm Friedrich Hegel nacque a Stoccarda nel 1770 e morì a Berlino nel 1831. Fu il massimo esponente dell'idealismo germanico. Ricevette una educazione all'università di Jena, epoca alla quale risalgono alcuni studi sul cristianesimo e sui sistemi filosofici di Fichte e Schelling, dai quali traspare già il valore della ragione come unico mezzo per cogliere la totalità e il divenire. Nell'opera La fenomenologia dello Spirito (1807), Hegel affronta il processo tramite il quale si crea e si forma lo Spirito che, attraverso varie manifestazioni storiche, partendo dalla coscienza naturale, arriva al sapere assoluto, fine ultimo che per Hegel coincide con la propria epoca storica. Nella Scienza della logica (1812- 1816) Hegel delinea una logica come strumento per studiare la dialettica dei concetti e una ontologia nella quale ogni concetto significa un momento particolare dello sviluppo necessario e razionale dell'Essere. Il cammino della sua elaborazione filosofica parte dalla critica al pensiero kantiano, per stabilire il primato dei diritti della filosofia, come sapere assoluto; a questo scopo delinea un metodo specifico filosofico, la dialettica, che deve consentire di raggiungerlo, attraverso la ragione e lo spirito. Nella fenomenologia descrive il cammino indispensabile che va compiuto dalla coscienza per arrivare alla ragione e al momento in cui lo spirito prende coscienza di sé e del suo farsi. Altre opere, Enciclopedia delle scienze filosofiche (1817-1827), Lineamenti di filosofia del diritto (1821).